Saturday, 12 February 2022

Marisa Bau: nel suo 10° anniversario, la sua tragica morte assume un nuovo ed importante significato


 

Ricorre il 10° anniversario della tragica morte per suicidio di Marisa Bau, una focolarina italiana di 48 anni, il cui corpo è stato scoperto in un fienile in Svizzera a fine gennaio 2012, anche se la morte è avvenuta probabilmente intorno al Natale del 2011.

Marisa, focolarina da oltre 20 anni, da 15 anni si trovava nella "città" dei Focolari di Montet, Broye, in Svizzera, con incarichi di responsabilità pastorale e di gestione di una delle piccole attività industriali del sito.  All'epoca, l'evento scioccante sembrava un incidente isolato e quindi misterioso.  La sua famiglia ha rifiutato di accettare il verdetto di suicidio, a causa del suo credo cristiano.  Il Movimento dei Focolari, almeno ufficialmente, riconobbe la possibilità del suicidio, ma le persone più vicine a Marisa - le sue compagne di Montet - affermarono di non essere a conoscenza di alcun problema che potesse aver portato alla sua tragica decisione.  Naturalmente, data la notoria segretezza dei Focolari e l'inespugnabile falange che i suoi membri presentano al mondo esterno, è possibile che le spiegazioni fossero note all'interno all'epoca o siano emerse in seguito e siano state tenute nascoste.   D'altra parte può essere che non sapremo mai le cause precise della morte di Marisa.

Ora, però, il suicidio di un membro interno dei Focolari appare molto meno misterioso.  Il nuovo libro La Setta Divina (PIEMME 2021) del grande giornalista investigativo italiano Ferruccio Pinotti, per esempio, rivela che ci sono stati altri suicidi di membri interni dei Focolari, ma il movimento li ha taciuti pubblicamente - e forse tenuti nascosti alle autorità civili.  Ma il libro contiene anche molte testimonianze di ex membri interni che hanno vissuto all'interno del movimento la violazione di molti diritti umani e civili: assoggettamento a forme di schiavitù moderna come la servitù domestica; matrimoni combinati (con partner assegnati dai capi dei Focolari); rotture forzate di coppie non "approvate" dai capi dei Focolari; "trattamenti" per l'omosessualità come la terapia di conversione, la castrazione chimica, la "terapia del sonno" sperimentale e, anche in questo caso, i matrimoni combinati (eterosessuali); metodi di proselitismo pericolosamente vicini ai rapimenti; imposizione di quelle che si potrebbero definire "pene crudeli e insolite". 

Inoltre, per almeno ottant'anni, il movimento ha praticato una forma di pastorale che è proibita dalla Chiesa cattolica - la confusione tra il foro interno e il foro esterno, cioè quando il ruolo di direttore spirituale e praticato da un leader dell'organizzazione.  Come Papa Francesco ha sottolineato in un discorso di rimprovero ai vertici dei Focolari nel febbraio 2021 (https://international.la-croix.com/news/religion/pope-francis-gently-takes-to-task-another-new-ecclesial-movement/13830), questa confusione porta all'abuso di potere - dimostrato anche nei molti esempi elencati sopra.  Non è difficile capire come questo tipo di abuso, soprattutto se imposto a chi si trova in situazioni di isolamento come Montet o le altre "città" o centri dei Focolari, possa in casi estremi portare al suicidio.

Alla luce di queste informazioni, la morte di Marisa Bau assume ora un significato molto diverso: per la prima volta ha rivelato al pubblico che dietro l'autoritratto dei Focolari di "un'immagine immacolata e radiosa di un arcobaleno eterno" (nelle parole scettiche dell'illustre vaticanologo italiano Sandro Magister della rivista L'Espresso) - in molti casi si nasconde la terribile disperazione e sofferenza degli individui.  Nel suo discorso del febbraio 2021 ai leader dei Focolari, papa Francesco aveva specificamente individuato la "difesa dell'istituzione a scapito degli individui... che può anche portare a giustificare o coprire forme di abuso".

Per quanto tragica, la morte di Marisa può ora essere vista come il punto di svolta che ha spinto molte vittime di abusi dei Focolari a parlare, e il momento in cui molti dei miti del movimento hanno cominciato a crollare.

Ecco una versione leggermente modificata e aggiornata di un articolo che ho scritto per il mio blog in 2012 subito dopo il ritrovamento del corpo di Marisa:


La morte di Marisa Bau [2012]

Alla fine di gennaio [2012], la stampa svizzera e italiana ha rivelato la scioccante e tragica notizia che il corpo della focolarina italiana Marisa Bau, 48 anni, scomparsa da prima di Natale, era stato trovato in un fienile vicino al centro dei Focolari di Montet, in Svizzera, dove Bau si trovava da 15 anni.   Solo quando il contadino che possiede il fienile ha spostato una balla di fieno, il corpo di Marisa è stato rivelato appeso a una trave di metallo.  Il 2 febbraio, un'autopsia e le conclusioni della polizia hanno indicato il suicidio.

Prima della scoperta del corpo, un appello di alto profilo per informazioni sulla donna scomparsa, guidato dal sito ufficiale dei Focolari, sembrava suggerire che la leadership del movimento fosse convinta che, se Bau fosse partita volontariamente o meno, sarebbe stata trovata viva.  All'inizio gli appelli insistevano sul fatto che era di buon umore al momento della sua scomparsa, ma gradualmente ci sono stati accenni al fatto che forse era stata turbata in qualche modo.   Era appena tornata da un viaggio in Brasile e aveva il jet-lag e lamentava un forte mal di testa.  Anche se difficilmente una spiegazione per il suicidio in sé, come il sito ufficiale dei Focolari sembra suggerire, il disorientamento a breve termine potrebbe aver aggravato uno stato mentale esistente. Le circostanze, tuttavia, suggerirebbero una ferma intenzione, piuttosto che un grido di aiuto, quindi si può solo immaginare la profondità della disperazione e dell'isolamento che sentiva.  Eppure non sembra esserci alcuna indicazione che le persone più vicine a lei fossero consapevoli di quello che sarebbe stato uno stato mentale profondamente disturbato.  (Ironicamente, le focoalrine consorelle sembravano essere più preoccupati per i riferimenti della stampa secolare che suggerivano che Marisa era una suora - i membri celibi interni dei Focolari affermano di essere veri laici piuttosto che suore e monaci vestiti da laici - piuttosto che per i dettagi terribili del suicidio di Marisa.)

Dalla mia esperienza di uscita dal movimento dei Focolari, dopo 9 anni, compreso 5 anni come focolarino celibe con voti, posso capire che, nonostante la mancanza di motivazione o dimostrazione esterna, la situazione di Marisa possa aver portato al suicidio.

Come altri simili "nuovi movimenti" nella Chiesa cattolica, i Focolari incoraggiano un immagine "angelistico".  Qualunque sia l'estremo dell'angoscia personale che possono provare, i membri sono incoraggiati a mantenere un'impressione di sorridente serenità, il segno distintivo dei focolarini, che colpisce alcuni osservatori come attraente e altri come stile zombie.  Così anche i colleghi più vicini possono rimanere all'oscuro dei problemi personali.

Anche se la mia uscita dai Focolari è avvenuta in accordo con i superiori del movimento e attraverso i canali ufficiali, fino al giorno della partenza ci si aspettava ancora che conducessi delle riunioni con nuovi proseliti.  Ricordo che quando traducevo le registrazioni dei discorsi di Chiara Lubich, sentivo la mia mente quasi letteralmente spaccata in due.  L'unico modo in cui potrei descrivere questo stato schizoide è che era come se ci fosse una lastra di vetro a dividere il mio cervello: da una parte c'era il mio io dei Focolari, dall'altra l'io che aspettava con il fiato sospeso di scappare. La tensione mentale era immensa.

So quanto ci si possa sentire soli quando si arriva a un punto in cui rimanere nel movimento ti distruggerebbe, eppure fuori sembra non esserci speranza e perfino la dannazione, un concetto che viene incessantemente inculcato ai membri.  A Loppiano, ci raccontavano che un ex-focolarino era diventato una prostituta travestita che ora lavorava la stazione di Firenze (una possibilita che suonava peggio negli anni settanta).  Lasciare il movimento significherebbe tradire e perdere tutti i tuoi amici (chiunque sia stato nel movimento per molti anni ha da tempo rinunciato o tagliato apposta ogni amicizia al di fuori dei suoi confini) ma ti fanno sentire anche che tradiresti la tua famiglia naturale, essendo un cattivo esempio e mettendo il movimento in cattiva luce.  Sei quindi riluttante a cercare il sostegno della tua famiglia propria.   Per questo motivo è altamente improbabile che i membri della famiglia abbiano il minimo senso di qualche problema.  Sentendo le lunghe e tragiche esperienze di altri che hanno lasciato il movimento, mi considero fortunato; ero stato 'dentro' solo per 9 anni e avevo solo 26 anni al momento della mia uscita ed ero quindi ancora abbastanza flessibile per adattarmi a un nuovo modo di vivere e a un nuovo modo di guardare il mondo.  Anche se non ho mai avuto sentimenti suicidi, posso ricordare momenti di crisi personale durante il mio periodo nel movimento, quando mi sentivo sull'orlo della follia e il mio comportamento era bizzarro e fuori dal carattere e certamenti periodi di depressione (che allora non riconoscevo) che duravano anni. 

Questo sentimento ha raggiunto il suo apice nei due anni in cui ho vissuto a Loppiano, la prima "città" dei Focolari, modello di Montet e delle altre "città" focolarine sparse nel mondo. Silvana Veronesi, una delle prime compagne di Chiara Lubich, ha descritto Loppinao come "un paese fatata, una goccia di paradiso scivolata tra le nuvole sulla terra". La mia esperienza è stata completamente diversa.  Loppiano o Montet è un'esperienza di 'immersione totale', tipica dei culti - Jonestown è probabilmente l'esempio classico.  In una tale situazione non hai contatti esterni che potrebbero aiutarti a vedere la tua situazione personale in prospettiva della normalita. 

L'enfasi sull'essere 'perfetti' - o piuttosto essere 'perfetti' dal punto di vista del movimento, cioè ciecamente obbedienti e soggetti alle regole che governano ogni aspetto della tua vita, censurando ogni aspetto del tuo essere, fino ai tuoi sentimenti più intimi - può avere l'effetto di far sentire una persona totalmente senza valore.  Pratiche come il "Momento della Verità", quando i compagni con cui vivi, sotto la stretta supervisione del leader del gruppo, sono obbligati a sottolineare i tuoi difetti, possono essere selvagge e schiaccianti.  Persino Chiara Lubich una volta ha riconosciuto in un discorso che Loppiano può essere "una prigione terribile".  Posso capire che per qualcuno come Bau, che era stato nel movimento per 25 anni, il fallimento all'altezza delle aspettative poteva apparire come una desolazione indicibile.

Estremi di depressione e azioni disperate potrebbero essere possibili in tali momenti di squilibrio. Marisa Bau era stata negli ultimi quindici anni nella città dei Focolari di Montet.  L'atmosfera in questi centri è ancora più intensa che nelle piccole case dei Focolari situate nelle città, dove si ha almeno un contatto con il mondo esterno.   In questi villaggi autosufficienti o "città" del Movimento, ai membri è richiesto di essere "su",  nel gergo del movimento, in ogni momento.  Quando ero a Loppiano,  a volte mi chiedevo se l'illusione di 'paradiso' non fosse sostenuta dall'angoscia repressa di tutti gli abitanti.  

Bizzarramente, le autorità dei Focolari usavano talvolta questi centri - il cui scopo principale era un "noviziato" per i membri a tempo pieno - come una specie di prigione aperta, o perfino manicomio aperto, per i membri con "problemi".  Il fatto che generalmente questi centri si trovassero in luoghi fisicamente isolati, li rendeva ideali per questo scopo.  Ricordo un focolarino di Loppiano del mio stesso periodo - anche se più vecchio di qualche anno - che, ci fu detto, soffriva di depressione ed era tormentato da pensieri del suicidio.  Quello di cui nessuno sembrava rendersi conto era che Loppiano era probabilmente l'ultimo posto in cui avrebbe dovuto trovarsi, con la sua atmosfera pressante, che avrebbe potuto aggravare il suo stato mentale e qualsiasi sentimento di disperazione o di mancanza di valore.

Quando il Vaticano ha avuto problemi con l'arcivescovo africano Milengo, qualche anno fa, ha nominato i focolarini come suoi "carcerieri" - e sono stati anche molto bravi, secondo il vaticanologo Sandro Magister.  Uno dei luoghi in cui portarono l'arcivescovo fu O'Higgins, l'equivalente argentino di Loppiano, probabilmente il più remoto di tutti i centri dei Focolari, in mezzo alla pampa, lontano da tutto.  È facile capire come l'intensità e l'isolamento di una tale atmosfera possano scatenare gravi depressioni.

Ho anche sperimentato che lo shock di lasciare questa atmosfera rarefatta, anche per un breve periodo come una vacanza o una visita alla famiglia - e Bau era appena stato in viaggio in Brasile per i Focolari -  poteva scatenare una crisi improvvisa, o lo scoppio di problemi repressi.  Si era molto suscettibili alle "tentazioni" del mondo esterno.  Le manifestazioni della sessualità nei manifesti, in televisione o nei film, per esempio, a cui la popolazione generale è talmente abituata che quasi non le nota, possono avere un impatto travolgente su questi "innocenti all'estero".  Nonostante il fatto che i focolarini siano esortati a praticare la "custodia degli occhi", nel mondo di oggi bisognerebbe andare in giro bendati per farlo efficacemente.  Pensieri e sentimenti che la maggior parte della gente considererebbe normali, potrebbero essere profondamente inquietanti e squilibranti per chi è abituato ad un ambiente molto protetto.

Almeno il Movimento dei Focolari non ha cercato di nascondere i fatti della morte di Bau - il che sarebbe stato difficile vista la pubblicità.  Anche se è loro vietato guardare la TV o comprare giornali, la notizia sarebbe inevitabilmente filtrata fino ai membri interni.  Ma la risposta di Maria Voce, il successore di Chiara Lubich alla presidenza dei Focolari, pur essendo comprensiva, è ambigua e potrebbe essere intesa come uno sviamento della colpa dal movimento.  Dice che con la morte di Bau "vediamo il Movimento più che mai identificato con i drammi dell'umanità di oggi".  L'implicazione potrebbe essere che in qualche modo Bau è stata contaminata dal 'mondo', piuttosto che riconoscere che in qualche modo le richieste del movimento potrebbero averla spinta oltre il limite.  Quando ho detto per la prima volta al leader maschile dei Focolari nel Regno Unito che ero gay, la sua principale preoccupazione era che non dovevo dare la colpa al movimento, un'idea che non mi era mai venuta in mente.  C'è stata una reazione istintiva di salvaguardare l'istituzione prima di tutto.

Dato che si è trattato di un tragico suicidio, le persone più vicine a Bau, ed i pezzi grossi del movimento, devono sicuramente sentirsi in dovere di esaminare i modi in cui possono aver fallito nel soddisfare i suoi bisogni in questo momento cruciale di crisi personale.  Molte persone sia all'interno che all'esterno del movimento, compresa la famiglia di Bau, le autorità civili e - si spera - la gerarchia cattolica si porranno domande di vasta portata.  In questa occasione, le cortine fumogene di belle parole spirituali non basteranno.   L'unica cosa positiva che potrebbe emergere sarebbe un'ampia inchiesta sulle circostanze che hanno portato alla morte di Bau, compresa la messa in discussione delle strutture e delle procedure interne tra le possibili cause, e che i risultati di questa inchiesta siano resi pubblici. Se non lo fa il Movimento dei Focolari, si spera che lo facciano le autorità civili o religiose.  Affrontando i demoni di Marisa Bau, forse il Movimento dei Focolari potrebbe affrontare i propri.

Dieci anni dopo, sembra che le speranze espresse nell'ultimo paragrafo di questo articolo siano state vane.  Per altri versi, però, soprattutto grazie agli sforzi degli ex-membri del movimento, sono stati fatti dei progressi, e si spera che questi sforzi continueranno con risultati crescenti.






Monday, 7 February 2022

Marisa Bau: on its 10th anniversay, her tragic death takes on an important new significance


 

It is the 10th anniversary of the tragic death by suicide of Marisa Bau, a 48 year-old Italian focolarina, whose body was discovered in a barn in Switzerland in late January 2012, although her death probably occured around Christmas of 2011.


Marisa, who had been a focolarina for over 20 years, had been based at the Focolare ‘town’ of Montet, Broye, Switzerland, for 15 years holding positions of pastoral responsibility as well as running one of the site's small industrial activities.  At the time, the shocking event seemed an isolated and therefore mysterious incident.  Her family refused to accept the verdict of suicide, because of her Christian beliefs.  Officially at least, the Focolare Movement, acknowledged the possibility of suicide but those closest to Marisa - her companions at Montet - claimed that they were unaware of any problems that might have led to her tragic decision.  Of course, given Focolare’s notorious secrecy and the impregnable phalanx its members present to the outside world, it is possible that explanations were known internally at the time or have emerged since and have been kept hidden.   On the other hand it might be that we will never know the precise causes of Marisa’s death.


Now, however, the suicide of an internal member of Focolare appears much less mysterious.  The new book La Setta Divina (PIEMME 2021) by leading Italian investigative journalist Ferruccio Pinotti, for example, reveals that there had been other suicides of internal members of Focolare but the movement had hushed them up publicly - and possibly kept them hidden from civil authorities.  But the book also contains many testimonies of former internal members who have experienced infringements within the movement of many human and civil rights: subjection to forms of modern slavery such as Domestic Servitude; arranged marriages (with partners assigned by Focolare leaders); enforced breakups of couples not ‘approved of’ by Focolare leaders; ‘treatments’ for homosexuality such as conversion therapy, chemical castration, experimental ‘sleep therapy’ and, in this case too, arranged (heterosexual) marriages; methods of proselytising perilously close to kidnappings; imposition of what could be termed ‘cruel and unusual punishments’. 


In addition, for at least eighty years, the Focolare practised a form of pastoral care which is forbidden by the Catholic Church - confusion between the inner forum and the outer forum, i.e. when the spiritual director and the leader of the organisation are one and the same.  As Pope Francis pointed out in a speech upbraiding Focolare top brass in February 2021 (https://international.la-croix.com/news/religion/pope-francis-gently-takes-to-task-another-new-ecclesial-movement/13830), this confusion leads to the abuse of power - also demonstrated in the many examples listed above.  It is not hard to see how this kind of abuse, particularly when imposed on those in situations of isolation such as Montet or the other Focolare ‘towns’ or centres, could in extreme cases lead to suicide.


In the light of this information,  Marisa Bau’s death now takes on a very different meaning: for the first time it revealed to the public that behind the Focolare self-portrait of ‘an immaculate, radiant image of an everlasting rainbow’ (in the sceptical words of distinguished Italian Vaticanologist Sandro Magister of L’Espresso magazine)  - in many cases lies the terrible desperation and suffering of individuals.  In his February 2021 speech to Focolare leaders, pope Francis had specifically singled out ‘defending the institution to the detriment of individuals…which can also lead to justifying or covering up forms of abuse".


Tragic as it was, Marisa’s death can now be seen as a turning point which provoked many victims of Focolare abuse into speaking out, and the moment when many of the movement’s myths began to


Here is a slightly edited and updated version of an article I wrote for my blog immediately after the discovery of Marisa’s body:


The Death of Marisa Bau [2012]

  

At the end of January [2012], the shocking and tragic news broke in the Swiss and Italian press that the body of Italian focolarina Marisa Bau, aged 48, who had been missing since before Christmas, had been found in a barn near the Focolare centre at Montet, Swtizerland, where she had been based for the past 15 years.   It was not until the farmer who owns the barn moved a bale of hay that her body was revealed hanging from a metal beam.  By 2 Febraury, an autopsy and the findings of the police pointed to suicide.

Prior to the discovery of the body,  a high profile appeal for information on the missing woman, spear-headed by the Focolare's official website, seemed to suggest that the movement's leadership was convinced that, whether Bau had left voluntarily or not, she would be found alive.  At first the appeals insisted that she had been in good spirits at the time of her disappearance, but gradually there were hints that maybe she had been troubled in some way.   She had just returned from a journey to Brazil and was jet-lagged and complaining of a severe headache.  While hardly an explanation for suicide in themselves, as the Focolare's official website seem to suggest, short-term disorientation could have aggravated an existing state of mind. Circumstances, however, would suggest a firm intention, rather than a cry for help so one can only guess at the depth of despair and isolation she felt.  Yet there seems to be no indication that those closest to her were aware of what would have been a profoundly disturbed mental state.

Ironically, Focolare seemed to be more concerned about references in the secular press suggesting that Marisa was a nun (internal celibate members of Focolare claim to be lay persons rather than nuns and monks in mufti) rather than reports of Marisa’s suicide.

From my own experience of leaving the movement, after a number of years as a celibate focolarino with vows, I can understand that, despite the lack of external motivation or communication, Marisa’s situation could have led to suicide.

Like other similar 'New Movements' in the Catholic Church, Focolare encourages an 'angelistic' approach.  Whatever extremes of personal anguish they may be feeling,  members are encouraged to maintain an impression of smiling serenity, the hallmark of  the focolarini, which strikes some observers as attractive and others as zombie-like.  Thus even their immediate colleagues might remain unaware of personal problems.

Although my exit from Focolare was carried out in agreement with the movements' superiors and through the official channels,  right up to the day I left I was still expected to lead meetings.  I remember translating recordings of Chiara Lubich's talks and feeling my mind almost literally split in two.  The only way I could describe this schizoid state was that it was as though there were a sheet of glass dividing my brain - on one side was my Focolare self, on the other was the self waiting with bated breath to escape. The mental strain was immense.

I know how alone it is possible to feel when you reach a point where to stay in the movement would destroy you, yet outside there appears to be no hope or even damnation, a concept that is ceaselessly drummed into members.  To leave the movement would mean betraying and losing all your friends (anyone who has been in the movement for many years has long since forfeited or deliberately cut off any friendships outside its confines) but you also feel that you would be betraying your family by being a bad example and putting the movement in a bad light and you are therefore reluctant to seek their support.   For this reason it is highly unlikely that family members would have the least inkling of any problems.  Hearing of the long and tragic experiences of others who have left the movement, I consider myself lucky; I had only been 'inside' for 9 years and  was only 26 at the time of my exit and therefore still flexible enough to adapt to a new way of life and a new way of looking at the world.  Although I never had suicidal feelings, I can remember moments of personal crisis during my time in the movement when I felt on the brink of madness and my behaviour was bizarre and out of character. 

This feeling was at its worst during the two years when I was living at Loppiano, the first of Focolare’s ‘towns’, and the model for Montet and the other Focolare ‘towns’ now spread throughout the world. Silvana Veronesi, one of Chiara Lubich's first companions, described Loppinao as ‘a fairytale town, a drop of paradise that slipped through the clouds onto the earth.’ My experience was entirely different.  Loppiano or Montet is a ‘total immersion’ experience, typical of cults - Jonestown is probably the classic example.  In such a situation you have no external contacts which could help you to see your personal situation in perspective. 

The emphasis on being ‘perfect’ - or rather being ‘perfect’ from the movement’s point of view, i.e. blindly obedient and subject to the rules which govern every aspect of your life, censoring every aspect of your being, even down to your most intimate feelings - can have the effect of making a person feel totally worthless.  Practices such as the ‘Moment of Truth’, when the companions you are living with, under the strict supervision of the group leader, are obliged  to point out your defects, can be savage and crushing.  Even Chiara Lubich once acknowledged in a speech that Loppiano could be ‘a terrible prison’.  I can understand that for someone like Bau who had been in the movement for 25 years, failure to measure up to expectations could appear to be unutterable desolation.

Extremes of depression and desperate actions could be possible in such unbalanced moments. Marisa Bau had been based at the Focolare town of Montet for the past fifteen years.  The atmosphere at these centres is even more intense than in the small Focolare houses based in towns and cities where you at least have contact with the outside world.   In these self-sufficient villages or 'towns' of the Movement, members are required to be 'up', in the jargon of the movement, at all times.  When I was at Loppiano, the movement's 'town' in Tuscany, I would sometimes wonder if the illusion was not sustained by the suppressed anguish of  all the inhabitants.  

Bizarrely, the Focolare authorities sometimes used these centres - whose main purpose was a 'novitiate' for full-time members - as a kind of prison for members with 'problems'.  The fact that generally these centres were in physically isolated locations, made them ideal for this purpose.  I remember one focolarino at Loppiano at the same time as me - although some years older - who, we were told, was suffering from depression and was tormented with suicidal thoughts.  What no one seemed to realise was that Loppiano was probably the last place he should be, with its pressure-cooker atmosphere, likely to aggravate his mental state and any feelings of despair or worthlessness.

When the Vatican were having problems with the African Archbishop Milengo a few years ago, they appointed the focolarini as his 'gaolers' - and very good they were at it too, according to Vaticanologist Sandro Magister of the Italian news weekly L'Espresso.  One of the places they took the Archbishop was O'Higgins, the Argentinian equivalent of Loppiano, probably the remotest of all the Focolare centres, in the midst of the pampas, miles away from anywhere.  It is easy to see how the intensity and isolation of such an atmosphere could trigger serious depression.

It was also my experience that the shock of leaving this rarified atmosphere even for a short period such as a holiday or visiting family - and Bau had just been on a trip to Brazil on Focolare business - could trigger a sudden crisis, or the flaring up of repressed problems.  One was highly susceptible to the 'temptations' of the outside world.  Manifestations of sexuality in posters, on television or in films,  for instance, which the general population are so used to that they hardly notice them, could have an overwhelming impact on such 'innocents abroad'.  Despite the fact that focolarini are exhorted to practise 'custody of the eyes', in today's world you would have to walk around blindfolded to do this effectively.  Thoughts and feelings which most people would consider normal, could be deeply disturbing and unbalancing for those used to a very sheltered environment.

At least the Focolare Movement has not tried to hush up the facts of Bau's death - which would have been difficult in view of the publicity.  Even though they are forbidden to watch TV or buy newspapers, the news would inevitably filter down to internal members.  But the response of Maria Voce, the successor to Chiara Lubich as President of Focolare, while sympathetic, is ambiguous and could be understood to deflect blame from the movement.  She says that with Bau's death 'we see the Movement more than ever identified with the dramas of humanity today'.  The implication could be that somehow Bau was contaminated by 'the world', rather than acknowledging that somehow the demands of the movement could have pushed her over the edge.  When I first told the male Focolare leader in the UK that I was gay, his main concern was that I shouldn't blame the movement, an idea that had never entered my mind.  There was a knee-jerk reaction to safeguard the institution first and foremost.

If indeed this was a tragic suicide, those closest to Bau, and the leadership of the movement, must surely feel compelled to examine ways in which they may have failed to meet her needs in this crucial moment of personal crisis.  Many people both inside and outside the movement, including Bau's family, the civil authorities and - one would hope - the Catholic hierarchy will be asking far-reaching questions.  On this occasion, smokescreens of fine spiritual words will not suffice.   The one positive thing that could emerge would be an extensive enquiry into the circumstances leading up to Bau's death, including questioning structures and internal procedures as amongst possible causes, and that the results of this enquiry should be made public. If the Focolare Movement does not do this, then hopefully the civil or religious authorities will.  In facing up to Marisa Bau's demons, perhaps the Focolare Movement might face up to its own.


Ten years later, it seems that the hopes expressed in the final paragraph of the above article were in vain.  In other ways, however, predominantly through the efforts of ex-members of the movement, progress has been made, and these efforts will continue with increasing results.


Thursday, 18 November 2021

Francesco, Gnosticismo e i Focolari



 Alla fine del 2020, mentre preparavo a lanciare un blog che segnava i 25 anni dalla pubblicazione di Le Armate del Papa, sono rimasto sbalordito nello scoprire che una delle caratteristiche fondamentali della mia analisi dei nuovi movimenti cattolici era strettamente parallela ad una delle preoccupazioni chiave di Papa Francesco per la Chiesa di oggi, una preoccupazione di cui parla ripetutamente nei  suoi discorsi e documenti. In un lungo capitolo di Le Armate del Papa intitolato 'I misteri dei movimenti', indago l'insegnamento segreto dei movimenti, che definisco 'gnosticismo'.  Usando esattamente gli stessi termini, Papa Francesco ci avvisa oggi del 'gnosticismo contemporaneo'.

Ecco come ho definito lo gnosticismo dei movimenti in Le Armate del Papa: 'Poco dopo la sua nascita, il cristianesimo ha incontrato le religioni del mistero della Grecia e dell'Asia.  Queste promettevano la salvezza attraverso conoscenze segrete e riti arcani... La fusione tra il cristianesimo e le religioni del mistero produsse lo gnosticismo, una forma mistica della fede cristiano che prometteva ai suoi adepti l'accesso a conoscenze segrete che avrebbero spiegato i suoi misteri.  L'attrazione dello gnosticismo è, naturalmente, che si tratta di "misticismo a buon mercato".  La salvezza attraverso la conoscenza è molto meno impegnativa di quella che richiede sudore e lotta - e fede.  Poiché tutti i misteri sono spiegati, la fede non è più necessaria'.

Nell'Esortazione Apostolica Gaudete et Exultate, (marzo 2018), dove Papa Francesco esplora questo problema nei dettagli, dice: 'Lo gnosticismo è una delle peggiori ideologie, poiché, mentre esalta indebitamente la conoscenza o una determinata esperienza, considera che la propria visione della realtà sia la perfezione. In tal modo, forse senza accorgersene, questa ideologia si autoalimenta e diventa ancora più cieca. A volte diventa particolarmente ingannevole quando si traveste da spiritualità disincarnata. Infatti, lo gnosticismo "per sua propria natura vuole addomesticare il mistero", sia il mistero di Dio e della sua grazia, sia il mistero della vita degli altri'.

Nella sua analisi di questo 'gnosticismo contemporaneo', Papa Francesco non specifica particolari esempi.  Infatti, i cattolici tradizionalisti che feticizzano aspetti del passato cattolico come la messa in latino, i paramenti, le decorazioni o le pratiche devozionali - per la maggior parte accrezioni che non hanno nulla a che fare con l'essenza del vangelo cristiano - si qualificherebbero anche per la definizione di gnostici di Papa Francesco.  Ma chiunque abbia familiarità, per esempio, con le pratiche del Movimento dei Focolari e in particolare con le 'visioni intellettuali' di Chiara Lubich conosciute come il 'Paradiso del '49', può trovare in esse una convincente somiglianza con la definizione di Papa Francesco di gnosticismo contemporaneo e capire qualcosa delle sue preoccupazioni.

Raccomanderei un'attenta lettura degli articoli 35-46 di Gaudete et Exultate a tutti coloro che sono preoccupati per gli abusi nel Movimento dei Focolari e in altri gruppi simili come il Cammino Neocatecumenale, Comunione e Liberazione e Opus Dei.  E raccomanderei la stessa lettura a coloro che appartengono o difendono questi movimenti contro i loro critici.  Con un linguaggio chiaro e potente, Papa Francesco definisce le caratteristiche fondamentali che si possono trovare in questi movimenti e spiega come presentano gravi problemi.

Chi, dentro o fuori il Movimento dei Focolari, può affermare che la seguente affermazione di  Francesco non e familiare: 'Quando qualcuno ha una risposta per ogni domanda è segno che non è sulla strada giusta'?  Francesco prosegue a dare una spiegazione inquietante: [puo essere] 'un falso profeta, che usa la religione a proprio vantaggio, al servizio delle proprie elucubrazioni psicologiche e mentali. Dio ci supera infinitamente, è sempre una sorpresa e non siamo noi a determinare in quale circostanza storica trovarlo, dal momento che non dipendono da noi il tempo e il luogo e la modalità dell’incontro. Chi vuole tutto chiaro e sicuro pretende di dominare la trascendenza di Dio'.  I 'punti della spiritualità' dei focolarini, con la loro pratica quasi come un meccanismo inculcata nei cervelli membri - Volontà di Dio (un eufemismo per la volontà dei superiori dei Focolari); vedere Gesù negli altri; perdere la propria personalità; Gesù Abbandonato; 'mettere' Gesù in mezzo - sembrano pericolosamente vicini al formato di cui parla Francesco.  

'Noi arriviamo a comprendere in maniera molto povera la verità che riceviamo dal Signore. E con difficoltà ancora maggiore riusciamo ad esprimerla. Perciò non possiamo pretendere che il nostro modo di intenderla ci autorizzi a esercitare un controllo stretto sulla vita degli altri', afferma Papa Francesco. Eppure, come molti ex-membri dei Focolari possono testimoniare (e le testominianze, in rapida crescita, sono andate ben oltre il livello aneddotico), il controllo mentale esercitato dal movimento - così come la sua rigida presa sulla vita quotidiana dei membri - è una forma estrema di abuso di autorità.  Come sostenuto in Le Armate del Papa 25 anni fa, 'Avendo distrutto tutto ciò che aveva significato per noi, le nostre stesse personalità furono sradicate.  Non ci restava altro che dipendere totalmente per tutto dal movimento e vivere la nostra vita vicariamente nelle sue lotte e nei suoi trionfi.  Queste giustificavano la nostra esistenza, o meglio gli immensi sacrifici che avevamo fatto: il nostro stesso io'.

Secondo Papa Francesco, 'Frequentemente si verifica una pericolosa confusione: credere che, poiché sappiamo qualcosa o possiamo spiegarlo con una certa logica, già siamo santi, perfetti, migliori della “massa ignorante” '.  Illuminante confrontare questa affermazione con il modo in cui Chiara Lubich descrisse il 'Paradiso del '49' ai membri interni del Movimento dei Focolari in 1963, che ho citato ne Le Armatre del Papa: 'Abbiamo avuto l'impressione che Dio abbia aperto gli occhi dell'anima al regno di Dio che era in mezzo a noi e abbiamo visto Lui che è in mezzo a noi, il Paradiso che era in mezzo a noi, e in uno scenario così divino, così espressione della Trinità, abbiamo capito tutti quegli anni fa [nel 1949], quale fosse il ruolo di questo movimento nel suo insieme e il suo ruolo in ognuno di noi nella Chiesa. '

In Le Armate del Papa, commentando questa affermazione, ho sottolineato che, 'La gerarchia della Chiesa cattolica è tradizionalmente reticente sulle rivelazioni private... Le rivelazioni private di Chiara Lubuch, tuttavia, possiedono un'autorità suprema sui membri del movimento.  Credere in esse, come in ogni aspetto del movimento, non è certamente facoltativo'.  Queste 'rivelazioni' si estendono anche a grandi 'dottrine' sul ruolo del movimento stesso nella Chiesa.  Nel suo discorso del 1963, la Lubich affermava chiaramente quale fosse questo ruolo: 'Abbiamo capito che quest'Opera non è altro che una presenza mistica di Maria nella Chiesa... Il nostro compito nella Chiesa è il compito che Maria avrebbe oggi se vivesse nella Chiesa'.

Dopo la morte della Lubich le sue visioni sono state promosse con sempre più forza dal Movimento dei Focolari, in un fiume di libri, articoli e video, culminati in una recente (febbraio 2021) affermazione del neo ri-eletto co-presidente Jesus Moran che le rivelazioni di Chiara Lubich non sono rivelazioni private:

'Bisogna dire che Chiara ha sempre pensato e ci ha trasmesso... che questa esperienza mistica è l'essenza della mentalità di chiunque voglia essere fonte di unità oggi nella Chiesa e nella società - e anche di chi accetta il carisma del Movimento.  Perciò l'esperienza di Chiara non è privata o particolare'. 

http://www.settimananews.it/ministeri-carismi/focolari-dopo-assemblea-gen, Jesus erale/

Allo stesso tempo - e nonostante i numerosi avvertimenti di Papa Francesco ai movimenti laici sui pericoli di brandire costantemente il 'carisma' in faccia sia ai fedeli che agli scettici - l'enfasi sul 'carisma dell'unità' e il 'carisma di Chiara' è più forte che mai nel Movimento.  Eppure, come ho detto ne Le Armata del Papa, il termine carisma 'è usato per salvaguardare la supremazia dei fondatori come fonte di tutta la dottrina e l'autorità all'interno delle loro organizzazioni, per preservare la "purezza" del messaggio che può essere trasmesso solo nel modo che il movimento ritiene corretto e dalle persone che autorizza.  Viene anche evocata per assicurare la non interferenza di estranei - anche delle autorità della Chiesa'. 

Il proselitismo, che è l'attività principale del Movimento dei Focolari, si svolge, come la pratica della cosiddetta 'spiritualità', secondo una forma prescrittiva e strutturata.  L'anno dei Focolari è pianificato intorno alle attività di reclutamento, che culminano nelle riunioni di massa dette "Mariapoli" che concludono l'anno dei Focolari all'inizio dell'estate.  Tutti i membri sono tenuti a costruire un gruppo di seguaci nei loro ambienti secolari - nei luoghi di lavoro, di studio, ecc. - conosciuto come il loro "grappolo".  

Papa Francesco, invece, ha ripetutamente messo in guardia contro il proselitismo - ha anche fatto questo punto direttamente all'Assemblea Generale dei Focolari il 6 febbraio 2021.  Nella sua analisi dello gnosticismo contemporaneo, dice: 'Neppure si può pretendere di definire dove Dio non si trova, perché Egli è misteriosamente presente nella vita di ogni persona, nella vita di ciascuno così come Egli desidera, e non possiamo negarlo con le nostre presunte certezze. Anche qualora l’esistenza di qualcuno sia stata un disastro, anche quando lo vediamo distrutto dai vizi o dalle dipendenze, Dio è presente nella sua vita. Se ci lasciamo guidare dallo Spirito più che dai nostri ragionamenti, possiamo e dobbiamo cercare il Signore in ogni vita umana. Questo fa parte del mistero che le mentalità gnostiche finiscono per rifiutare, perché non lo possono controllare'.

In contrasto con questo nuovo gnosticismo, Papa Francesco ci ispira in un modo originale e inclusivo di relazionarsi con gli altri, in linea con la sua spinta di 'andare fuori', di andare oltre la nostra 'zona di confort'.  Egli stesso dimostra questo nei suoi approcci alle altre fedi, agli emarginati e con queste parole meravigliose:  'In realtà, la dottrina, o meglio, la nostra comprensione ed espressione di essa, "non è un sistema chiuso, privo di dinamiche capaci di generare domande, dubbi, interrogativi", e "le domande del nostro popolo, le sue pene, le sue battaglie, i suoi sogni, le sue lotte, le sue preoccupazioni, possiedono un valore ermeneutico che non possiamo ignorare se vogliamo prendere sul serio il principio dell’incarnazione. Le sue domande ci aiutano a domandarci, i suoi interrogativi ci interrogano" '.

Ma come possiamo fare tutto questo se, come prescrive il Movimento dei Focolari, abbiamo distrutto la nostra personalità, siamo diventati un 'vuoto' e ci si aspetta solo di ascoltare e 'vivere l'Ideale' o il 'Paradiso del '49'?