Monday 13 March 2023

La Puzza del Male

Nel 2002 il cardinale Ratzinger ha dato uno schiaffo sulla mano del capo reporter investigativo di ABC News Brian Ross che lo interrogava sugli abusi di minori compiuti dal fondatore dei Legionari di Cristo, Marcial Maciel.  Ratzinger, che all'epoca era a conoscenza degli abusi su vasta scala compiuti da Maciel sui seminaristi minori del suo ordine, ma li teneva nascosti perché Maciel era un favorito di Giovanni Paolo II,  disse a Ross - insieme allo schiaffo - che "non era il momento" di parlare di queste cose.

Leggendo questo articolo scioccante del compianto giornalista Christopher Hitchens su come per anni BenedettoXVI/Ratzinger ha cercato di nascondere l'abuso sessuale di minori dal clero cattolico, e sconvolgente pensare che poco prima della sua morte 31 dicembre 2022, stava per prendere in causa un giornalista tedesco che gli ha accusato proprio di quel crimine.

Il grande insabbiamento cattolico

L'intera carriera del Papa [N.d.r. Benedetto XVI] ha la puzza del male.

DI CHRISTOPHER HITCHENS

15 MARZO 2010 10:20AM

Il 10 marzo, l'esorcista capo del Vaticano, il Rev. Gabriele Amorth (che ricopre questo impegnativo incarico da 25 anni), è stato citato dicendo, "il Diavolo è all'opera all'interno del Vaticano", e che "quando si parla di 'fumo di Satana' nelle stanze sante, è tutto vero - comprese queste ultime storie di violenza e pedofilia". Questo può forse essere preso come una conferma del fatto che qualcosa di orribile sta effettivamente accadendo nei luoghi sacri, anche se la maggior parte delle indagini dimostra che ha una spiegazione materiale perfettamente valida.

Per quanto riguarda le più recenti rivelazioni sulla costante complicità del Vaticano nel continuo - e infinito - scandalo degli stupri di bambini, pochi giorni dopo un portavoce della Santa Sede ha fatto una concessione sotto forma di smentita. Era chiaro, ha detto il Rev. Federico Lombardi, che si stava cercando "di trovare elementi per coinvolgere personalmente il Santo Padre in questioni di abusi". Ha poi stupidamente affermato che "questi sforzi sono falliti".

Si è sbagliato due volte. In primo luogo, nessuno ha dovuto sforzarsi di trovare tali prove: Sono emerse, come era inevitabile che accadesse. In secondo luogo, l'estensione del terribile scandalo ai vertici della Chiesa cattolica romana è un processo appena iniziato. Eppure è diventato in un certo senso inevitabile quando il Collegio cardinalizio ha eletto, come vicario di Cristo sulla Terra, l'uomo principale responsabile dell'insabbiamento originale. (Uno degli santi elettori in quella "elezione" fu il cardinale Bernard Law di Boston, un uomo che aveva già trovato la giurisdizione del Massachusetts un po' troppo calda per i suoi gusti).

Ci sono due questioni distinte ma collegate: In primo luogo, la responsabilità individuale del Papa in un caso di questo incubo morale e, in secondo luogo, la sua responsabilità più generale e istituzionale per la più ampia violazione della legge e per la vergogna e il disonore che ne derivano. La prima storia è facilmente raccontabile e non è negata da nessuno. Nel 1979, un bambino tedesco di 11 anni, Wilfried F., fu portato in vacanza in montagna da un prete. In seguito, gli fu somministrato dell'alcol, fu chiuso nella sua camera da letto, spogliato e costretto a succhiare il pene del suo confessore. (Perché ci limitiamo a chiamare questo genere di cose "abusi"?) Il prete colpevole fu trasferito da Essen a Monaco di Baviera per "terapia", su decisione dell'allora arcivescovo Joseph Ratzinger, e gli fu assicurato che non avrebbe più avuto bambini sotto la sua custodia. Ma non ci volle molto perché il vice di Ratzinger, il vicario generale Gerhard Gruber, lo riportasse al lavoro "pastorale", dove ben presto riprese la sua carriera di aggressioni sessuali.

Naturalmente si sostiene, e senza dubbio in seguito verrà parzialmente smentito, che Ratzinger stesso non sapeva nulla di questo secondo oltraggio. Cito qui il reverendo Thomas Doyle, ex dipendente dell'ambasciata vaticana a Washington e critico della lentezza della Chiesa cattolica nel rispondere alle accuse di stupro di minori. "Sciocchezze", dice. "Papa Benedetto è un micromanager. È uno del vecchio stile. Una cosa del genere sarebbe stata necessariamente portata alla sua attenzione. Dica al vicario generale di trovare una linea migliore. Quello che sta cercando di fare, ovviamente, è proteggere il Papa".

Questa è roba di tutti i giorni, molto familiare ai cattolici americani, australiani e irlandesi, dove stupri e torture di bambini, e la loro copertura con la tattica di spostare stupratori e torturatori da una parrocchia all'altra, sono stati faticosamente ed esaurientemente esposti. È come la recente ammissione tardiva del fratello del Papa, monsignor Georg Ratzinger, che, pur non sapendo nulla delle violenze sessuali avvenute nella scuola corale da lui diretta tra il 1964 e il 1994, ora che se ne ricorda si pente della sua pratica di schiaffeggiare i ragazzi.

Molto più grave è il ruolo di Joseph Ratzinger, prima che la Chiesa decidesse di nominarlo capo supremo, nell'ostacolare la giustizia su scala globale. Dopo la sua promozione a cardinale, è stato messo a capo della cosiddetta "Congregazione per la Dottrina della Fede" (precedentemente nota come Inquisizione). Nel 2001, Papa Giovanni Paolo II ha incaricato questo riparto di indagare su stupri e torture di bambini da parte di sacerdoti cattolici. Nel maggio dello stesso anno, Ratzinger inviò una lettera confidenziale a tutti i vescovi. In essa ricordava loro l'estrema gravità di un certo crimine. Ma quel crimine era la denuncia di stupri e torture. Le accuse, diceva Ratzinger, potevano essere trattate solo all'interno della giurisdizione esclusiva della Chiesa. Qualsiasi condivisione delle prove con le autorità giudiziarie o con la stampa era assolutamente vietata. Le accuse dovevano essere indagate "nella maniera più segreta... con un silenzio perpetuo... e tutti... devono osservare il più stretto segreto che è comunemente considerato come un segreto del Sant'Uffizio... sotto la pena della scomunica". (corsivo mio). Nessuno è ancora stato scomunicato per lo stupro e la tortura di bambini, ma denunciare il reato potrebbe mettervi in guai seri. E questa è la Chiesa che ci mette in guardia dal relativismo morale! (Per ulteriori informazioni su questo spaventoso documento, si vedano i due servizi di Jamie Doward sul London Observer del 24 aprile 2005).

Non contento di proteggere i propri sacerdoti dalla legge, l'ufficio di Ratzinger ha persino scritto la propria prescrizione privata. La giurisdizione della Chiesa, sosteneva Ratzinger, "inizia a decorrere dal giorno in cui il minore ha compiuto il 18° anno di età" e poi dura per altri 10 anni. Daniel Shea, l'avvocato di due vittime che hanno fatto causa a Ratzinger e a una chiesa del Texas, descrive correttamente quest'ultima stipula come un'ostruzione della giustizia. "Non si può indagare su un caso se non lo si scopre mai. Se riesci a tenerlo segreto per 18 anni più 10, il prete la farà franca".

Il prossimo punto su questo macabro elenco sarà il rilancio delle accuse di lunga data contro il reverendo Marcial Maciel, fondatore dell'ultra-reazionaria Legione di Cristo, in cui la violenza sessuale sembra essere stata quasi parte della liturgia. Negli anni Novanta gli ex membri anziani di questo ordine segreto hanno visto le loro denunce ignorate e scavalcate da Ratzinger, se non altro perché padre Maciel era stato elogiato dall'allora Papa Giovanni Paolo II come una "guida efficace per i giovani". Ed ecco ora il raccolto di questa lunga campagna di offuscamento. La Chiesa cattolica romana è guidata da un mediocre burocrate bavarese, un tempo incaricato di nascondere la più turpe iniquità, la cui inettitudine in quel lavoro lo mostra ora come un uomo personalmente e professionalmente responsabile di aver permesso una sporca ondata di crimini. Ratzinger stesso può essere banale, ma la sua intera carriera ha il fetore del male, un male aggrappato e sistematico che è al di là del potere dell'esorcismo di dissipare. Ciò che serve non è un incantesimo medievale, ma l'applicazione della giustizia, e in tempi brevi.



The stench of evil

Famously, in 2002, Cardinal Ratzinger slapped the hand of ABC News Chief Investigative Reporter Brian Ross who was questioning him about child abuse by Legionaries of Christ founder Marcial Maciel.  Ratzinger, who at the time was aware of Maciel's large-scale abuse of minor seminarians in his order but kept it hidden because Maciel was a favourite of John Paul II,  told Ross - along with the slap - that "this was not the time" to talk about these things.

Reading this eye-opening article by the late journalist Christopher Hitchens on how for years Benedict XVI/Ratzinger tried to hide the sexual abuse of minors by Catholic clergy, it is atonishing to think that, shortly before his death on 31 December 2022, he was about to sue a German journalist who accused him of that very crime.

The Great Catholic Cover-Up:

The pope’s entire career has the stench of evil about it.

BY CHRISTOPHER HITCHENS

MARCH 15, 2010 10:20 AM

Pope Benedict XVI 

On March 10, the chief exorcist of the Vatican, the Rev. Gabriele Amorth (who has held this demanding post for 25 years), was quoted as saying that “the Devil is at work inside the Vatican,” and that “when one speaks of ‘the smoke of Satan’ in the holy rooms, it is all true—including these latest stories of violence and pedophilia.” This can perhaps be taken as confirmation that something horrible has indeed been going on in the holy precincts, though most inquiries show it to have a perfectly good material explanation.

Concerning the most recent revelations about the steady complicity of the Vatican in the ongoing—indeed endless—scandal of child rape, a few days later a spokesman for the Holy See made a concession in the guise of a denial. It was clear, said the Rev. Federico Lombardi, that an attempt was being made “to find elements to involve the Holy Father personally in issues of abuse.” He stupidly went on to say that “those efforts have failed.”

He was wrong twice. In the first place, nobody has had to strive to find such evidence: It has surfaced, as it was bound to do. In the second place, this extension of the awful scandal to the topmost level of the Roman Catholic Church is a process that has only just begun. Yet it became in a sense inevitable when the College of Cardinals elected, as the vicar of Christ on Earth, the man chiefly responsible for the original cover-up. (One of the sanctified voters in that “election” was Cardinal Bernard Law of Boston, a man who had already found the jurisdiction of Massachusetts a bit too warm for his liking.)

There are two separate but related matters here: First, the individual responsibility of the pope in one instance of this moral nightmare and, second, his more general and institutional responsibility for the wider lawbreaking and for the shame and disgrace that goes with it. The first story is easily told, and it is not denied by anybody. In 1979, an 11-year-old German boy identified as Wilfried F. was taken on a vacation trip to the mountains by a priest. After that, he was administered alcohol, locked in his bedroom, stripped naked, and forced to suck the penis of his confessor. (Why do we limit ourselves to calling this sort of thing “abuse”?) The offending cleric was transferred from Essen to Munich for “therapy” by a decision of then-Archbishop Joseph Ratzinger, and assurances were given that he would no longer have children in his care. But it took no time for Ratzinger’s deputy, Vicar General Gerhard Gruber, to return him to “pastoral” work, where he soon enough resumed his career of sexual assault.

It is, of course, claimed, and it will no doubt later be partially un-claimed, that Ratzinger himself knew nothing of this second outrage. I quote, here, from the Rev. Thomas Doyle, a former employee of the Vatican Embassy in Washington and an early critic of the Catholic Church’s sloth in responding to child-rape allegations. “Nonsense,” he says. “Pope Benedict is a micromanager. He’s the old style. Anything like that would necessarily have been brought to his attention. Tell the vicar general to find a better line. What he’s trying to do, obviously, is protect the pope.”

This is common or garden stuff, very familiar to American and Australian and Irish Catholics whose children’s rape and torture, and the cover-up of same by the tactic of moving rapists and torturers from parish to parish, has been painstakingly and comprehensively exposed. It’s on a level with the recent belated admission by the pope’s brother, Monsignor Georg Ratzinger, that while he knew nothing about sexual assault at the choir school he ran between 1964 and 1994, now that he remembers it, he is sorry for his practice of slapping the boys around.

Very much more serious is the role of Joseph Ratzinger, before the church decided to make him supreme leader, in obstructing justice on a global scale. After his promotion to cardinal, he was put in charge of the so-called “Congregation for the Doctrine of the Faith” (formerly known as the Inquisition). In 2001, Pope John Paul II placed this department in charge of the investigation of child rape and torture by Catholic priests. In May of that year, Ratzinger issued a confidential letter to every bishop. In it, he reminded them of the extreme gravity of a certain crime. But that crime was the reporting of the rape and torture. The accusations, intoned Ratzinger, were only treatable within the church’s own exclusive jurisdiction. Any sharing of the evidence with legal authorities or the press was utterly forbidden. Charges were to be investigated “in the most secretive way … restrained by a perpetual silence … and everyone … is to observe the strictest secret which is commonly regarded as a secret of the Holy Office … under the penalty of excommunication.” (My italics). Nobody has yet been excommunicated for the rape and torture of children, but exposing the offense could get you into serious trouble. And this is the church that warns us against moral relativism! (See, for more on this appalling document, two reports in the London Observer of April 24, 2005, by Jamie Doward.)

Not content with shielding its own priests from the law, Ratzinger’s office even wrote its own private statute of limitations. The church’s jurisdiction, claimed Ratzinger, “begins to run from the day when the minor has completed the 18th year of age” and then lasts for 10 more years. Daniel Shea, the attorney for two victims who sued Ratzinger and a church in Texas, correctly describes that latter stipulation as an obstruction of justice. “You can’t investigate a case if you never find out about it. If you can manage to keep it secret for 18 years plus 10, the priest will get away with it.”

The next item on this grisly docket will be the revival of the long-standing allegations against the Rev. Marcial Maciel, founder of the ultra-reactionary Legion of Christ, in which sexual assault seems to have been almost part of the liturgy. Senior ex-members of this secretive order found their complaints ignored and overridden by Ratzinger during the 1990s, if only because Father Maciel had been praised by the then-Pope John Paul II as an “efficacious guide to youth.” And now behold the harvest of this long campaign of obfuscation. The Roman Catholic Church is headed by a mediocre Bavarian bureaucrat once tasked with the concealment of the foulest iniquity, whose ineptitude in that job now shows him to us as a man personally and professionally responsible for enabling a filthy wave of crime. Ratzinger himself may be banal, but his whole career has the stench of evil—a clinging and systematic evil that is beyond the power of exorcism to dispel. What is needed is not medieval incantation but the application of justice—and speedily at that.



Friday 3 March 2023

IL MOVIMENTO CATTOLICO DEI FOCOLARINI - OMOFOBI SELVAGGI DURANTE 80 ANNI, COMPRESA FONDATRICE CHIARA LUBICH - FONDA UN RAMO LGBTQ




Uno dei movimenti più omofobi della Chiesa cattolica e della destra cristiana mondiale, il Movimento dei Focolari, ha fatto una sorprendente inversione di rotta:  dal 14 al 16 ottobre 2022 ha tenuto la sua prima conferenza presso il Centro Mariapoli, a Rocca di Papa, Roma, apparentemente "a sostegno" dei genitori di persone LGBTQ e delle stesse persone LGBTQ.  Questo nuovo 'ramo' si chiama 'Nessuno Solo'.

Gordon Urquhart, autore inglese del best seller Le armate del papa (Ponte alle Grazie, 1997 - edizioni anche nel Regno Unito, Germania, Francia, Belgio, Stati Uniti e Brasile), il primo libro a denunciare il Movimento dei Focolari e altri gruppi cattolici come settari, ha lasciato il Movimento dei Focolari, di cui è stato membro interno a tempo pieno per nove anni (1967-1976), a causa delle tattiche brutali che hanno cercato in quanto giovane gay.

"Mi sono dichiarato come gay per la prima volta ai leader del Movimento quando avevo diciotto anni", racconta Urquhart.  "Eventualmente hanno cercato di impormi tre "soluzioni": terapia di conversione, matrimonio combinato e castrazione chimica.  Non c'era scelta.  Obbedienza cieca e l’ordine del giorno nel movimento dei Focolari, ma con il nome eufemistico di 'unità'.      Mi avevano mandato da un noto psichiatra cattolico nel Regno Unito che orchestrava la "la terapia di conversione" e avevano anche iniziato i preparativi per il matrimonio combinato, condotto a distanza dagli stessi leader del movimento.   Ma io sapevo che se non me ne fossi andato sarei stato distrutto".       


Il Movimento dei Focolari sostiene di essere il più grande movimento della Chiesa cattolica, presente in oltre 180 Paesi, con 2 milioni aderenti compresi laici, , vescovi e cardinali.  La fondatrice, Chiara Lubich (1920-2008), maestra Trentina di scuola elementare, è stata idolatrata da Papa Giovanni Paolo II, che ne ha lodato il "genio femminile".  Lo status dei Focolari come movimento cattolico approvato dal Vaticano gli ha conferito una grande influenza in politica e nelle istituzioni internazionali come l'ONU, l'UNESCO e il Consiglio d'Europa, oltre che nella Chiesa.  La Lubich ha ricevuto premi di alto livello e dall’UNESCO  e il Consiglio d’Europa come promotore secolare della pace e l'unità, nonostante che molti pratiche e  insegnamenti del movimento infrango le dichiarazioni di diritti umani di quelle organizzazioni  


Dato i decenni di abusi estremi e sempre più gravi imposti dal Movimento dei Focolari nei confronti dei membri gay, il loro apparente cambiamento di strategia è inspiegabile e profondamente preoccupante.  "Come possono degli omofobi comprovati pretendere di offrire un aiuto e un sostegno genuino alle persone LGBTQ e i loro genitori?' si chiede Urquhart, sottolineando che il Movimento dei Focolari è stato a lungo un praticante del negazionismo storico [N.d.r. Historical Negationism], cancellando o addirittura falsificando gli aspetti negativi del suo passato, in modo da presentare al pubblico un resoconto completamente agiografico della sua storia.  Un esempio tipico è stato il film biografico sulla fondatrice dei Focolari, Chiara Lubich, L'amore vince tutto prodotto da RAI UNO l'anno scorso, con la Lubich interpretata dall'affascinante attrice italiana Cristiana Capotondi, che attualmente si può vedere in Le fate ignoranti su Disney Channel, ironicamente sul tema di una donna che scopre che il marito morto era bisessuale.


La Lubich, che ha appena superata la prima fase del processo di canonizzazione della Chiesa cattolica ed è ora ufficialmente una "Serva di Dio", era ferocemente anti-gay.


"Un mio caro amico - chiamiamolo Valentin (nome di fantasia) - che era un membro interno del Movimento dei Focolari con voti, all'eta di 22 anni disse a Chiara Lubich in una conversazione privata di essere gay", racconta Gordon Urquhart. " 'Va bene finché resisti alla tentazione', gli disse: 'ma preferirei che tu venissi investito da un camion piuttosto che compiere un atto omosessuale'.  In altre parole, questa era una donna che pensava che fosse meglio essere ucciso piuttosto che essere omosessuale". 


In seguito Valentin fu sottoposto a una ‘cura’ sperimentale del "sonno" che prevedeva l'assunzione di sonniferi durante la notte, svegliarsi al mattino e poi prendere più pillole per dormire tutto il giorno.  Inutile dire che la ‘cura’ non funzionò, ma indusse più angoscia e confusione.  Valentin lasciò il movimento ma rimase in terapia per trent'anni.  A metà degli anni Ottanta, un prete, leader dei Focolari, gli disse che il sesso promiscuo poteva essere perdonato, ma che se avesse stabilto una rapporto con un altro uomo, questo avrebbe reso il suo peccato "permanente".  Poco dopo, Valentin è risultato positivo al test dell'HIV.


"Le esperienze di Valentin mi hanno aiutato a decidere di lasciare i Focolari", dice Urquhart, "perché non volevo seguire la stessa strada.  Tuttavia, anche dopo aver lasciato il Movimento, soffrivo ancora del loro lavaggio del cervello e ho seguito il loro suggerimento di sposarmi.  Solo dopo quasi dieci anni ho iniziato a vivere apertamente come gay".


Urquhart ritiene che il trattamento riservato dal Focolare agli omosessuali sia peggiorato nel corso degli anni, dopo la sua partenza.  "Un lettore de L'armata del Papa, Carlos, mi ha inviato il dossier della sua richiesta di asilo negli Stati Uniti, nel 1999 - che e stato concesso sulla base di una 'persecuzione religiosa' da parte del Movimento dei Focolari a causa della sua omosessualità", ricorda.  "Nonostante questo giovane conducesse una vita celibe e fosse un membro fidato del Movimento da molti anni, quando ha confidato al suo leader dei Focolari di essere gay, ha ricevuto un trattamento terribile.  E  stato portato al centro del Movimento a Roma.  Qui si è trovato improvvisamente davanti ad una specie di tribunale canguro di "esperti" del movimento che gli hanno fatto il terzo grado sui suoi sentimenti sessuali, chiedendogli persino: ‘Cristo entra nelle tue fantasie sessuali?’ ".  Oltre ad essere una violazione dei diritti umani, questa azione è contraria alle leggi canoniche della chiesa cattolica come un esempio di a) commistione tra il foro interno (cura pastorale) e foro esterno cioè governo della struttura del movimento e b)  manifestazione della coscienza (tipo confessione) forzata.


Una volta che la commissione ha deciso che Carlos era irrimediabilmente gay, gli è stato dato un biglietto di andata sola per il suo paese centroamericano molto omofobo dove la sua famiglia era gia stato informato dal movimento del motivo dell'espulsione di Carlos.  Gli è stato ordinato di dire ai colleghi dei Focolari che se ne andava perché sua madre era malata, e ha dovuto sopportare la tortura di ricevere il loro conforto e rassicurazioni, pur sapendo di essere stato espulso.


"Paragonerei l'attuale inversione di rotta dei Focolari allo scenario immaginario di un comandante dai campi di sterminio nazisti che arriva in sudamerica, apre una sinagoga e si fa chiamare rabbino", afferma lo scrittore Gordon Urquhart: "è così assurdo.  Dove sono i processi di Norimberga e la Denazificazione?  Il vero pentimento inizia con l'ammettere le proprie colpe passate e fare ammenda. Papa Francesco ha detto ultimamente che quando abuso succede nella Chiesa, 'La Chiesa deve chiedre perdono ma chiedere perdono non basta.' Ma i focolarini non hanno neanche chiesto perdono nei casi delle tante vita di persone LGBTQ che ha danneggiato o totalmente guastato. Non hanno fatto alcun tentativo di affrontare il loro passato di omofobi e oppositori dei diritti umani delle persone LGBTQ.  Ancora una volta, negazionismo storico".

 

"Vedo tutto questo come un insabbiamento, una copertura e un cinico tentativo di accattivarsi il favore delle prospettive più aperte di Papa Francesco", afferma Urquhart.  Il nome del nuovo 'ramo' per persone LGBTQ e i loro genitori, "Nessuno Solo", è tratto dagli scritti di Chiara Lubich, che diceva "Non lasciare nessuno solo" ma non con riferimento alle persone LGBTQ.  Per me questo è cancellare la reale omofobia della Lubich - una ipocrisia palese come usare delle parole di Hitler per un'organizzazione a a favore degli Ebrei. Come un uomo gay, lo sento come un insulto personale  Inoltre, il modo di pensare che sta alla base di questo approccio è datato e fuori dal tempo: chi dice che le persone LGBTQ sono sole al giorno d'oggi?  E certamente non cercherebbero la compagnia dei focolarini. Questo e un metodo di non solo ignorare il loro passato ma di nasconderlo. Ho evvidenza che i focolarini si mettono in contatto con ex-membri LQBTQ per farli star zitto. Ma Papa Francesco dice, "La Chiesa non deve cercare di nascondere la tragedia di abusi di qualsiasi tipo".'


Recentemente degli ex-membri LGBTQ - esclusi per il loro orientamento sessuale - hanno cercato di stabilire relazioni con i focolarini.  Uno ha ricevuto una reazione  apparentemente simpatica dall'ex-presidente Maria Voce (presidente 2008- 2021). Lei gli ha consigliato  di mettersi in contatto con un certo focolarino.  Allo sgomento di questo giovane gay, la persona indicata da Maria Voce voleva sottoporlo alla terapia di conversione.


‘Diventa sempre più chiaro,’ dice Urquahrt, ‘che la soluzione ai vari tipi di abuso che sono stati praticati nella chiesa negli ultimi anni - e il trattamento dei gay dai focolarini e un caso drammatico di abuso che va contro la legge canonica della chiesa  - non puo essere ‘in house’, cioe sotto il controllo di quello che rappresentono gli abusatori.  Come ha detto Antoine Garapon,  scelto dalla Conferenza dei religiosi e religiosi di Francia di dirigere una commissione completamente indipendente di rendere giustizia agli abusati sessuali dal clero, “Il problema della chiesa e stato il tentativo di giocare tutti i ruoli: essere vicini alle vittime, essere l'istituzione dei colpevoli e allo stesso tempo fare giustizia.  E necessario coinvolgere un terzo partecipante indipendente per fare giustizia.’    Secondo me, questo nuovo ramo ‘Nessuno Solo’ è un tentativo dei focolarini  di fare bella figura con Papa Francesco che senz’altro sarebbe ripugnato dal loro trattamento delle persone LGBTQ finora, senza rendere conto del passato.  I focolarini farebbero di tutto per evitare il controllo imposto dal Vaticano - come un Visitatore Apostolico - nonostante innumerevoli abusi di membri e i loro insegnamenti discutibili.


Quale risposta vorrebbe Urquhart al passato omofobico dei Focolari?


"Di certo che non organizzano conferenze per dimostrare la loro  simpatia improvvisa verso le persone che hanno perseguitato per decenni e perfino di consigliarli e controllarli", risponde Urquhart.  "Questo lo vedo estremamente pericoloso e falso.  I Focolari sono stati notoriamente carenti nel rispondere a molti altri abusi nel movimento, come gli abusi sessuali su minori, anch'essi deliberatamente nascosti, la schiavitù moderna, i matrimoni combinati, i suicidi nascosti.  In questo caso, come vittima degli effetti devastanti sulla mia vita, ma soprattutto con un'ansia profonda per altri che hanno subito esperienze ancora peggiori,  e necessario che gli abusi di persone LGBTQ del movimento dei Focolari vengono svelati e reso noti pubblicamente e la necessaria giustizia e risarcimento vanno realizzati pubblicamente. 


 Indirizzo: congregavit@gmail.com


Tel: 00 44 7873 592 585


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Relazioni pubbliche Movimento dei Focolari

Via di Frascati, 306

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Tel. +39 / 06 947 989 |




FOCOLARE - HOMOPHOBIC CATHOLIC MOVEMENT, INCLUDING FOUNDER CHIARA LUBICH - SETS UP GAY BRANCH

 


Copyright Gordon Urquhart/Kalamos.org 2023, from Man4Man1 production, 1993 


One of the most homophobic movements in the Catholic Church and indeed within the Christian Right as a whole, the Focolare Movement, has made a startling U-turn and 14-16 October 2022  held its first conference at its Centro Mariapoli outside Rome, purportedly ‘in support’ of the parents of LGBTQ people and even LGBTQ people themselves.  They have called this new ‘branch’ ‘No One Alone’.  


Gordon Urquhart left the Focolare Movement, of which he had been a fulltime internal member for nine years, because of the brutal tactics they tried to impose upon him as a young gay man. Seventeen years later he wrote the best-selling The Pope’s Armada (Bantam Books, London, 1995, Prometheus Books, USA, 1999 - also editions in Germany, France, Italy, Belgium and Brazil), the first book to denounce the Focolare Movement and other Catholic groups as cult-like,  


‘I first came out to the leaders of the Movement when I was eighteen,’ says Urquhart.  ‘Eventually they tried to force on me three ‘solutions’: conversion therapy, an arranged marriage and chemical castration.  There was no choice.  They had sent me to a well-known Catholic psychiatrist in the UK who orchestrated ‘conversions’ and had even started preparations for the arranged marriage - carried out at arm’s length by the leaders themselves.  The Movement imposes blind obedience - although they describe it as ‘unity’ - on internal members.  I knew that if I did not leave, I would be destroyed.’


The Focolare Movement considers itself to be the largest single movement in the Catholic Church, present in over 180 countries with a claimed total membership of 2 million, including lay people, priests, bishops and cardinals.  The founder, Chiara Lubich (1920-2008),  an Italian primary school teacher,  was idolised by Pope John Paul II who praised her ‘female genius’.  Focolare’s status as an approved Catholic movement has given it great influence in politics and international institutions such as the UN, the EU and the Council of Europe, as well as in the Church.


In view of the Focolare Movement’s decades of extreme and ever-worsening abuse of gay members, their apparent change of policy is inexplicable and deeply worrying.  ‘How can proven homophobes claim to offer genuine help and support to LGBTQ people,’ asks Urquhart, pointing out that the Focolare Movement has longer been a practitioner of Historical Negationism, obliterating or even falsifying negative aspects of its past, so that the public is presented with a wholly hagiographic account of its history.  A typical example of this was a dramatised bio-pic of Focolare founder Chiara Lubich Love Conquers All produced by the leading Italian TV station RAI UNO last year, with Lubich played by glamorous Italian actress Cristiana Capotondi, who can currently be seen in The Ignorant Angels on the Disney Channel, ironically on the subject of a woman who discovers that her dead husband was bisexual.


Lubich herself who has just cleared the first stage of the Catholic Church’s canonisation process and is now officially a ‘Servant of God’, was rabidly anti-gay.


‘A close friend of mine - let’s call him Valentin - who was an internal member of the Focolare Movement with vows, once told Chiara Lubich in a private conversation that he was gay,’ says Gordon Urquhart,’ “That’s fine as long as you resist the temptation,” she told him: “but I would prefer you to be knocked  down by a truck than ever perform a homosexual act.”  In other words, here was a woman who thought that it was better to be dead than be a homosexual.’ 


Later Valentin was subjected to an experimental ‘sleep’ conversion ‘cure’ whereby he would take sleeping pills at night, wake up in the morning and take more pills to sleep all day.  Needless to say, the ‘cure’ didn’t work,  but induced more distress and confusion.  Valentin left the movement but stayed in therapy for thirty years.  In the mid-eighties, a leading priest-member of Focolare told him that promiscuous sex could be forgiven, but if he formed a relationship with another man, this would make his sin ‘permanent’.  Shortly after, Valentin tested as HIV positive.


‘Valentin’s experiences helped me decide to leave Focolare,’ says Urquhart, ‘because I didn’t want to go down the same path.  Nevertheless, even after I left the Movement, I was still pretty brain-washed and I did follow their suggestion and marry.  Ir was not until almost ten years later that I started to live openly as a gay man.’


Urquhart believes that Focolare’s treatment of homosexuals got worse over the years, following his departure.  ‘One reader of The Pope’s Armada, Carlos, sent me the dossier of his successful application for asylum in the US around 2000, on the basis of ‘religious persecution’ by the Focolare Movement because of his gayness,’ he recalls.  ‘Even though this young man was leading a celibate life, and he had been a trusted member of the Movement for many years, when he confided to his Focolare leader that he was gay, he was treated appallingly. He was packed off to the centre of the movement in Rome and he suddenly found himself before a kind of kangaroo court of ‘expert’ leaders of the movement who subjected him to an interrogation on his sexual feelings, even asking him, “Does Christ come into your sexual fantasies?” ’  As well as being a  violation of human rights, this action is contrary to the canon law of the Catholic church because it represents ‘enforced manifestation of conscience’ - an 'enforced' confession, without the usual seal - and a confusion between the 'inner forum' and the 'outer forum', that is, between the leadership and those performing pastoral care, which must be confidential. This combining of the two is banned in the Catholic Church.


Once the committee had decided that Carlos was irredeemably gay, he was given a one-way ticket to his very homophobic central-American country and family - whom the movement had already informed about why Carlos was being expelled.  He was ordered to tell his Focolare colleagues that he was leaving because his mother was sick, and had to endure the torture of being offered comfort and reassurance while knowing that he hed been booted out.


‘I would compare Focolare’s current pro-gay U-turn to a commandant from a Nazi death-camps,  arriving in South America, setting up a synagogue and calling himself a Rabbi,’ says author Gordon Urquhart: ‘it’s that absurd.  What we are really looking for are the Nuremberg Trials and Denazification.  True repentance begins with admitting your past offences and making amends.  On the subject of abuse, Pope Francis has recently said that, when it happens in the Church, “the Church must ask forgiveness is not enough.” But Focolare has not asked for forgiveness in the case of the many lives of LGBTQ people it has damaged or utterly destroyed. It has made no attempt to face its past history as leading homophobes and opponents of the human rights of LGBTQ people.  Once again, Historical Negationism.’

 

‘I see this as a coverup and a cynical attempt to curry favour with the more open policies of Pope Francis,’ says Urquhart.  ‘The name of the new ‘association’, ‘No One Alone’ is taken from the writings of Chiara Lubich who said “We should leave no one alone”.  To me this is white-washing her actual homophobia.  Besides, the way of thinking behind this approach is dated and out-of-touch: who says LGBTQ people are alone in this day and age? And the last place they should be looking for company is with Focolare.  This is a method of not just ignoring their past but hiding it.  I have evidence that they are deliberately contacting ex-LGBTQ members in order to shut them up.  But Pope Francis says "The Church must not try to hide the tragedy of abuse of whatever kind".'


Recently, former LGBTQ members - excluded because of their sexual orientation - tried to establish relations with the focolarini. One received an apparently sympathetic reaction from former president Maria Voce (president 2008- 2021). She advised him to get in touch with a certain focolarino. To the dismay of this young gay man, the person indicated by Maria Voce wanted to put him through conversion therapy. 'It is becoming clearer and clearer,' says Urquahrt, 'that the solution to the various types of abuse that have been practised in the church in recent years cannot be 'in house', that is, under the control of those the abusers represent. As Antoine Garapon, chosen by the Conference of Clergy and Religious of France to head a completely independent commission to bring justice to the sexually abused by the clergy, said, "The problem of the church has been the attempt to play all roles: to be close to the victims, to be the institution of the perpetrators and at the same time to do justice. It is necessary to involve an independent third party to do justice." In my opinion, this new 'Nobody is Alone' branch is an attempt by the focolarini to make themselves look good to Pope Francis who would no doubt be repulsed by their treatment of LGBTQ people so far, without accounting for the past. The focolarini would do anything to avoid Vatican-imposed control - like an Apostolic Visitor - despite countless abuses of members and their questionable teachings.'


What response would Urquhart like to see to Focolare’s homophobic past?


‘Certainly not running conferences to demonstrate their new found sympathy to the people they have persecuted for decades,’ Urquhart responds.  ‘I see that as extremely dangerous and frankly fake.  Focolare has been notoriously poor in responding to many other abuses in the movement such as sexual abuse of minors, also deliberately concealed, modern slavery, arranged marriages, hidden suicides.  As a victim of Focolare’s devastating methods, and, even more, deeply anxious about others who have suffered worse than I have, I think that in this case, the only valid action that president Margaret Karram and co-president Jesus Moran can take is to get down on their knees before their many LGBTQ victims and beg forgiveness and in some cases offer financial compensation.  But anything more than that would be absurd.   Focolare is the last organisation that gay people should approach for genuine support or understanding.’


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Gordon Uquhart:


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La messa cattolica: un atto di culto comunitario, uno spettacolo o un rito misterico gnostico?


Un gruppoo tenace e bellicoso di cattolici tradizionalisti va su tutte le furie contro gli ultimi documenti di Papa Francesco sentendosi privati di ciò che ritengono essenziale per loro come cattolici e cristiani: la messa pre-conciliare in latino.  In risposta, ci si potrebbe chiedere perché dovremmo volere che il nostro culto sia in una lingua che la stragrande maggioranza del mondo non capisce - e nessuno parla.  

Ho vissuto le riforme del Concilio Vaticano II.  Ho imparato il latino a scuola e l'ho trovato uno strumento estremamente prezioso per la linguistica, sia nel caso dell'inglese che per le lingue romanze e molte altre.  Soprattutto, ne amo il peso, la precisione, la concisione.  Come aspirante chierichetto, ho iniziato a imparare le risposte della messa in latino all'età di sei anni, anche se non ho potuto iniziare a servire sull'altare prima dei sette anni e della prima comunione.  Un chierichetto più grande veniva a casa nostra e mi insegnava le risposte a memoria.  Non mi veniva mai suggerito di capire cosa significassero, ma solo di ripeterle a pappagallo.  Questa era la cultura della messa in latino. Io l’ho vissuta ed è una iullusione suggerire il contrario e che l'epoca pre-conciliare fosse caratterizzata da una maggiore devozione.  Molti frequentatori della messa, per esempio, recitavano il rosario più e più volte o guardavano i santini nei loro messali mentre la messa procedeva allegramente tra il sacerdote e i servitori dell'altare - tutti con le spalle alla congregazione.   La congregazione era separata dalla celebrazione della messa e fra loro.

Quando, anni dopo, ho imparato a parlare l'italiano, ho ripassato per la mente le risposte in latino (che conosco ancora a memoria) e, per la prima volta, ho capito il loro bellissimo significato.  Ma la messa in vernacolo è un culto comunitario significativo - per me, il collegamento definitivo tra i fedeli e il divino, sia spiritualmente che fisicamente. 

Penso che uno dei grandi errori nella controversia sulla messa in latino sia che coloro che vi sono così attaccati non riescono a vedere che l'attaccamento - come il mio amore duraturo pure per il latino della chiesa e quello profano - è principalmente, o puramente estetico.  Se si vuole una grande esperienza estetica, perché non mettere in scena ogni domenica la Missa Solemnis di Beethoven o una messa di Schubert?  In realtà, la Chiesa - anche prima del Concilio - non ha mai dato il permesso di celebrare liturgicamente le messe da concerto.  Possono essere un'esperienza spirituale?  Certamente.   Ascoltare una sinfonia di Mahler può essere un'esperienza spirituale travolgente.  Sentire Judy Garland cantare It Never was You (https://www.youtube.com/watch?v=IQlwINqlHFE) di Kurt Weill è un'esperienza spirituale.  Ma nel culto comunitario, l'estetica è una distrazione da ciò che conta davvero.    La riforma liturgica (iniziata molto prima del Concilio Vaticano II, in particolare sotto Pio XII, che oggi non è considerato un innovatore) riguarda il culto comunitario e il fatto di renderlo più genuino e significativo per tutti i partecipanti - e quindi più sincero.  Si tratta di comunicare tra noi e con Dio.  Perché scegliere una lingua morta per farlo?   

Un'illustrazione molto chiara di questa confusione è il fatto che uno dei più vistosi contestatori del passaggio al vernacolo alla fine degli anni Sessanta era Leonard Bernstein, che amava tanto la messa in latino come linguaggio di compositori e opere d'arte gloriose come quelle di Beethoven, Bach, Mozart e Verdi.  La sua preoccupazione era puramente estetica.  Non era un cattolico, anche se forse era anche affascinato dagli aspetti esteriori del cattolicesimo, quelli che i miei amici anglicani chiamano "odori e campane".  Quindi la sua preoccupazione principale non era certo quanto la messa fosse adatta come forma di culto comunitario per i cattolici di tutto il mondo. È interessante, tuttavia, che quando Bernstein fu incaricato da Jackie Kennedy-Onassis di scrivere la sua Messa in memoria di John Kennedy, questa era estremamente contemporanea, principalmente in inglese, vicina nello stile a uno dei suoi musical di Broadway, perché il suo obiettivo era la comunicazione.  

Uno dei motivi per cui i Vangeli, gli Atti degli Apostoli e le epistole sono ancora così reali (probabilmente più per coloro la cui sensibilità non è stata offuscata da un'eccessiva esposizione in contesti come la scuola e la chiesa e che non hanno fatto alcun tentativo di valutarli di nuovo da adulti) è la loro assoluta semplicità.  Gesù è stato uno dei più grandi comunicatori del mondo.  Parlava in modo semplice a persone semplici.  Era anche uno dei grandi narratori della letteratura, che usava il potere unico della narrazione per trasmettere idee (e la narrazione sarà sempre sicuramente uno dei capisaldi dell’essere umano)  .  Uno degli aspetti più sorprendenti dei suoi insegnamenti è l'incredibile conoscenza dell'umanità che li pervade, la comprensione delle motivazioni umane, sia buone che cattive.  Mi vengono spesso in mente nella vita quotidiana quelle osservazioni evangeliche molto pratiche sul modo in cui le persone si comportano.  Sono ancora validissime.  

Questa schiettezza, questa voglia di comunicare, si nota anche nel modo in cui è scritto il Nuovo Testamento.  C.S. Lewis ha fatto notare - ed è importante ricordare che la sua professione principale era quella di professore di letteratura inglese a Oxford - che se i vangeli sono falsi, è sconcertante come quattro persone diverse nel primo secolo d.C. abbiano in qualche modo acquisito le competenze del romanzo moderno che sarebbero emerse solo in altri quasi 2.000 anni dopo.   Che cosa c'è di più semplice e diretto della storia della Passione di Gesù?  Con il suo complesso, ma preciso riflesso della politica dei tempi; la sua commovente storia di odio verso una persona che si è distinta per la sua povertà, tenerezza, compassione e rifiuto del potere; le orribili sofferenze fisiche e spirituali che culminano in una delle forme di esecuzione più dolorose e umilianti mai escogitate dall'umanità - ma alla fine una forza spirituale sconvolgente, che, che siate credenti o meno, si è dimostrata più forte della morte. 

L'antica eresia dello gnosticismo, o manicheismo, continua a rialzare la testa nelle chiese cristiane, secolo dopo secolo: l'idea che la conoscenza segreta di misteri nascosti sia più importante del vivere il messaggio d'amore del Vangelo.  Questo approccio ha origine in pratiche precristiane come i misteri eleusini dell'antica Grecia, con cerimonie tenute così segrete che oggi non ne rimane traccia.  L'ho sottolineato 30 anni fa nel mio libro L'armata del Papa, in cui esponevo le pratiche gnostiche dei cosiddetti "nuovi movimenti" nella Chiesa cattolica.  Sono rimasto sorpreso nello scoprire che proprio questo argomento è diventato una delle principali preoccupazioni di Papa Francesco (https://popesarmada25.blogspot.com/2021/03/catholic-gnosticism-according-to-pope.html).  Una delle ansiei di Francesco è che lo "gnosticismo contemporaneo" faccia sentire le persone "speciali", diverse, migliori degli altri.   Temo che questo sia un elemento dell'aggrapparsi alla messa in latino - in una lingua che nessun altro capisce e con rituali che nessuno può vedere.  Penso che questo senso di "mistero" che le persone sembrano trovare nella messa in latino sia pericoloso e possa portare a perdere completamente l'essenza del cristianesimo e della messa: l'amore e la comunicazione nella sua forma più diretta e semplice.   L'odio e l'amarezza, anche nei confronti di Papa Francesco stesso, che trovo nelle parole dei bellicosi sostenitori della messa latina - compresi vescovi e cardinali - non esprimono certo l’amore.

Il mondo, e non solo i cattolici, ha più che mai bisogno del messaggio d'amore del Vangelo, assolutamente semplice ed essenziale, verso il quale la messa in lingua volgare, con tutte le difficoltà pratiche che ha dovuto superare, si sta impegnando.  Questa è stata la decisione del Concilio Vaticano II nel tentativo di ritornare alla semplicità del Vangelo, il rinnovamento previsto da Papa Giovanni XXIII, il vero grande Papa del XX secolo.  Tutto il resto è una deviazione verso il nulla.  Tutto deve iniziare e finire con la semplicità del Vangelo, di Gesù.  


Katholic Kitsch vs life and death?


Tempertures are running high among those who feel that Pope Francis' recent documents are robbing them of what they feel is an essential as Catholics and Christians - the traditional Latin mass.  One might respond to this conviction by asking, 'Why would we want our Catholic (Catholic=universal) worship to be in a language that the vast majority of the world doesn't understand and no one speaks?'  To fight for this and to feel that it is an essential part of a religion that expressly desires inculturation and unity seems almost perverse.

But this trend is not so strange when one observes how snugly it fits into a widespread cultural phenomenon in Western society - the taste for 'retro'.  Steampunk is huge;  pseudo-historical fantasy has gone global with Game of Thrones and Lord of the Rings.  But the majority of those who follow the fashion of what can only be seen as Catholic Kitsch (or perhaps Katholic Kitsch) - what Anglican friends of mine call 'smells and bells' - are young enough - and some very young - not to have lived through the great changes that brought about the Second Vatican Council.  

I, on the other hand, lived through the reforms of Vatican II.  I was twelve when it began.  From the time of the Counter Reformation in the sixteenth century, the Catholic Church had enclosed itself in an ivory tower.  To some, of course, that appealed, but, of course, it certainly was not what Jesus had intended for his followers.  The intention of Pope John XXIII - the truly great pope of the twentieth century (listen on Youtube  to his 'moon speech' on the opening evening of the Council) was to throw open the windows of the Church.  And the achievement of this - which was a two-way process, - made Vatican II not just a climactic event in the Catholic Church but also the world.  Suddenly the Catholic Church which had seemded absurdly old-fashioned, even quaint, became a massive force for good, speaking a language - not only in the mass - but in the documents of the Council that the 'world' could understand. 

I learned Latin at school and found it an extremely valuable tool in linguistics - whether in the case of English, Romance languages and many other languages.  I love its weight, and its amazing concision and precision.   As an aspiring altar boy, I started to learn the responses for the Latin mass when I was six, although I couldn't actually start serving on the altar until I was seven and had made my first communion.  An older altar boy would come to our home and teach me the responses by heart.  There was no suggestion that I should understand what they meant, all that was expected was that I could repeat them parrot-fashion.  This was the ethos of the Latin mass in the fifties and early sixties. I was there and it's an illusion, in fact a case of historical negationism, to suggest otherwise or depict the pre-Council era as one of greater devotion.  Many mass-goers, for instance, would say the rosary over and over again - or look through the holy pictures in their missals, or read from their prayer-books - while the mass proceeded on its merry way between the priest and the altar servers - all with their backs to the congregation.   The congregation was separate from the celebration of the mass and from each other.  Catholic edcuctaion and practice was also pervaded by much superstition, with angels and saints given more prominence than Jesus and the essential gospel message.  At primary school we were told apocryphal stories, passed off as the truth, that priests were greater than angels.  Absolute nonsense that had nothing to do with the gospel messag.  

When, years later, I became fluent in Italian, I would run over the Latin responses (which I still knew - and know - by heart) and, for the first time, understand their beautiful significance.  But mass in the vernacular is meaningful communal worship - for me, the ultimate connection between the faithful and the divine, both spiritually and physically. 

I think that one of the big mistakes in the controversy over the Latin mass is that those who are so attached to it, fail to see that the attachment - like my own  enduring love for church Latin and secular Latin - is purely, or mainly aesthetic.  If you want a great aesthetic experience, why not stage Beethoven's Missa Solemnis or a Schubert mass every Sunday?  In fact, the church - even before the Council - never gaver permission for concert masses to be celebrated liturgically.  Could they be a spiritual experience?  Of course.  Listening to a Mahler symphony can be an overwhelming spiritual experience.  Hearing Judy Garland sing It Never was You (https://www.youtube.com/watch?v=IQlwINqlHFE) by Kurt Weill is a spiritual experience, at least for some of us.  But in communal worship, the aesthetics are a distraction from what really matters.    Liturgical reform (which began long before the Second Vatican Council, particularly under Pius XII, not now thought of as an innovator) is about communal worship and making it as genuine and meaningful to all those participating - and therefore more sincere.  

A very clear illustration of this confusion is the fact that one of the most prominent protesters against the move to the vernacular in the late 1960s was Leonard Bernsteion who so loved the Latin mass as the language of composers and glorious works of art such as those of Beethoven, Bach, Mozart and Verdi.  His concern was purely aesthetic.  He wasn't a Catholic although he may well have also been captivated by the externals of Catholicism, its symbolism and ritual.  So his main concern certainly wasn't with how suitable the mass was as a form of worship for Catholics throughout the world. It's interesting, however, that when Bernstein was commissioned by Jackie Kennedy-Onassis to write his celebrated Mass in memeory of John Kennedy, it was extremely contemporary, mainly in English and close in style to one of his Broadway musicals, because his aim was communication.  

One of the reasons the Gospels, the Acts of the Apostles and epistles are still so real (probably more so to those whose sensitivities have not been dulled by over-exposure to them in contexts such as school and church and who have made no attempt to appraise them afresh as adults) is their utter simplicity.  Jesus was one of the world's greatest communicators.  He spoke simply to simple people.  He was also one of literature's great story-tellers, using the unique power of narrative to convey ideas (a power which will surely always remain one of the conerstones of being human).  It's enough to think of the many works in the arts representing or inspired by one of the parables - the good Samaritan, the prodigal son.  One of the most striking aspects of Jesus teachings is the incredible insight into the human condition that pervades them - the understanding of human motivation, both good and bad.  I am often reminded of those very practical observations in my everyday life, observing how people behave.  They still hold good.  

This directness, this urge to communicate, can also be seen in the way the New Testament is written.  C.S. Lewis pointed out - and it's important to remember that his main profession was as Professor of English Literature at Oxford and, later, Cambridge - that if the gospels are fakes, it's puzzling how four different people in the first century A.D. somehow acquired the skills of modern novel-wrting that were only to emerge in others almost 2,000 years later.   What could be more simple and direct than the story of the Passion of Jesus?  It blends with stark realism, a complex, but precise reflection of the politics of the times in Judea; a savage story of hatred aimed at a person who was marked by his poverty, tenderness, compassion and rejection of power; horrific physical and spirtual suffering culminaring in one of the most painful and humiliating forms of execution ever devised by mankind -  but ultimately revealing a shattering spiritual strength, which, whether or not you are a believer, proved to be stronger than death. 

The age-old heresy of Gnosticism, or Manicheeism, keeps on raising its head in Christianity, century after century - the concept that secret knowledge of hidden mysteries is more important than living the gospel message of love.  This approach has its origins in pre-Christian practices such as the Eleusinian mysteries of ancient Greece, with its ceremonies which were kept so sceret that no record of them remains.  I pointed this out 30 years ago in my book The Pope's Armada in which I exposed in some detail the gnostic practices of so-called 'new movements' in the Catholic Church.  I was amazed to discover quite recently that this very subject has become one of Pope Francis' main concerns, referred to in many of his documents and speeches (https://popesarmada25.blogspot.com/2021/03/catholic-gnosticism-according-to-pope.html).   Francis' warns that 'contemporary gnosticism' makes people feel that they are 'special', different - better than others.  I fear that this is an element of clinging to the Latin mass - in a language no else understands, performing rituals no one can see.  I think this sense of 'mystery' that people seem to find in the Latin mass is dangerous and can lead to completely missing the essence of what Christianity and the mass is about:  love and communication in its most direct and simple form.   The hatred and bitterness, even towards Pope Francis himself, that I find in the words of belligerent Latin-mass supporters - including bishops and Cardinals - certainly don't express that.

More than ever, the world, and not just Catholics, need the gospel's utterly simple, essential message of love which the vernacular mass, with all the practical difficuities it has had to surmount, is striving towards.  This was the decision of the Second Vatican Council in its attempt to return to the simplicity of the gospel, the renewal that Pope John XXIII envisaged.  Anything else is a detour to nowhere.  Everything must start and finish, with the simplicity of the gospel and Jesus.