Sunday, 5 February 2023

VATICANO O MANICOMIO?

 


Quale sarebbe la reazione se il Vaticano sostenesse e partecipasse a una conferenza sulla tutela dei minori presieduta da preti pedofili?  La  settimana scorsa hanno fatto l'esatto equivalente, sostenendo e partecipando a una conferenza sull'"accompagnamento spirituale" tenuta da chi e stato confermato colpevole di abusi spirituali - l'Opus Dei, con la partecipazione di uno dei fondatori di Comunione e Liberazione, un movimento che di recente è stato messo sotto esame diretto dal Vaticano proprio per questo problema.  Le prove sono schiaccianti nel caso di queste organizzazioni e di altre come il Movimento dei Focolari e, in alcuni casi, sono state addirittura rimproverate direttamente da Papa Francesco.  È una follia pensare che i movimenti accusati da Papa Francesco del "autoreferezialita" possano riformarsi da soli.  Ed è uno scandalo che il Dicastero dei Laici possa appoggiare un evento come questo e profondamente inquietante che possa sembrare che stia partecipando a un insabbiamento.  Il posto dei colpevoli è sul banco degli imputati, non sulla poltrona del giudice o della giuria.

COMUNICATO STAMPA INVIATO DA #ItalyChurchToo, OREF (Organizzazione Ex Focolari) e altre organizzazioni che contestano gli abusi nella Chiesa cattolica:

PREMESSO

che la Pontificia Università della Santa Croce, organizzatrice della “settimana di studio sull’accompagnamento spirituale nei movimenti e nuove comunità”, in programma dal 30 gennaio al 3 febbraio, è promossa e governata dalla Prelatura della Santa Croce e Opus Dei, a cui è affidato l’indirizzo e la pianificazione delle attività formative accademiche (art. 2 e art. 4 Statuti PUSC);

CONSIDERATO


  • che risultano numerosi i casi di abuso di potere, abuso di coscienza e abuso spirituale emersi all’interno della Prelatura, a carico di chierici e di laici celibi con incarichi di formazione e di governo (numerari e aggregati), e che, dalle testimonianze dei sopravvissuti, emerge che sono la stessa organizzazione strutturale e il contenuto della formazione, unite a una prassi consolidata, il veicolo di una cultura abusante, che si concreta in principi e condotte che violano la dignità della persona;
  • che, dei casi di abuso succitati, molti sono stati già denunciati alle autorità ecclesiastiche e/o alle autorità civili, e i procedimenti relativi si sono conclusi con una condanna o sono ancora in corso di causa (cfr. denuncia della prelatura dell’Opus Dei da parte di 43 numerarie ausiliari davanti al Vaticano e alla Congregazione per la Dottrina della Fede, settembre 2021), mentre molti altri sono stati oggetto di una denuncia “interna”, dinanzi alle autorità interne della prelatura, quali i vicari regionali o delle circoscrizioni territoriali, se non direttamente dinanzi al prelato o al suo vicario ausiliare;
  • che coloro che sono stati vittime di questi abusi sono rimasti sostanzialmente privi di ascolto o, dopo essere stati sentiti solo formalmente, non hanno ottenuto alcuna risposta, abbandonati e rifiutati dall’istituzione al punto da essere indotti a lasciarla, spesso perdendo la fede, l’orientamento vitale e in molti casi giungendo alla malattia mentale e al suicidio;
  • che le stesse autorità a cui le vittime si sono rivolte hanno esercitato in questo modo un ulteriore abuso di potere e di coscienza, forzando un’interpretazione dei fatti accaduti sempre volta a scagionare i colpevoli degli atti abusanti e, in fin dei conti, l’istituzione stessa;
  • che non si può ritenere che si tratti di casi singoli e isolati o sporadici, ma di un abuso sistematico e sistemico;

SI OSSERVA CHE:



  1. l’Opus Dei si è da sempre riferita al rapporto tra chierico e laico, o tra laico in posizione di autorità e laico comune, non con il termine “accompagnamento” ma “direzione spirituale”, ritenendo quest’ultima un suo carisma peculiare. In questa è evidente il carattere asimmetrico della relazione e l’autorità in capo a chi la dirige, con conseguente soggezione del destinatario  – che non può nemmeno scegliere il proprio “direttore spirituale”, ma solo subire la scelta imposta dal governo come espressione della volontà di Dio – in un ambito in cui la libertà della persona dovrebbe essere sacra;
  • anche all’interno dei movimenti e delle comunità che parlano di “accompagnamento”, si sono verificati ugualmente gravi abusi perché l’espressione citata è stata nella pratica completamente svuotata di significato. È questo il caso del Movimento dei Focolari, dove l’accompagnamento disegnato da Chiara Lubich prevede la violazione della coscienza e della libertà della persona attraverso il controllo dell’autorità spirituale laica nel “colloquio privato”;    
  • a tal proposito, uno degli argomenti in discussione all’evento riguarda la “distinzione di ruoli fra autorità e accompagnamento spirituale”. È risaputo, per chi ha esperienza della prassi della prelatura e delle comunità simili, che la distinzione non esiste nella vita concreta dei membri di queste organizzazioni. Un chierico  (o il laico incaricato) ha contemporaneamente un ruolo di governo nell’ambito di una circoscrizione e un ruolo di direttore spirituale verso i fedeli della stessa circoscrizione. Ciò che accade normalmente è che ogni membro è tenuto a condividere la sua intimità con il direttore spirituale e che le informazioni che dà sono usate dal governo per esercitare il controllo sui fedeli;
  • sono stati invitati, in qualità di esperti dell’“accompagnamento spirituale”, rappresentanti di movimenti recentemente oggetto di commissariamento da parte del Vaticano a motivo della confusione tra foro interno e foro esterno, e che sono tuttora sotto osservazione.  E’ evidente che, per risolvere i casi di abuso nella Chiesa, è necessario un organismo terzo. Invece il quadro attuale presenta iniziative sugli abusi organizzate dagli stessi responsabili degli abusi. Se ne prende atto con rinnovato scandalo;
  • tutto quanto rappresentato si svolge alla presenza e con il plauso del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, nella persona del card. Kevin Joseph Farrell. Ciò significa inequivocabilmente che il Dicastero giustifica l’abuso di potere e coloro che l’hanno esercitato.
  • Alla luce di questi fatti, il COORDINAMENTO #ITALYCHURCHTOO INTENDE EVIDENZIARE e sottoporrE ALL'ATTENZIONE DELL'OPINIONE PUBBLICA CHE

la settimana di studio in questione è semplicemente finalizzata a una mera operazione di facciata a beneficio dell’immagine esterna della prelatura e delle realtà a essa assimilabili, con la complicità delle autorità ecclesiastiche che vi partecipano, già sollecitate senza successo dalle vittime a intervenire per la giustizia, e quindi ben consapevoli degli abusi perpetrati all’interno.


#ItalyChurchToo si fa portavoce dell’indignazione e dell’ulteriore dolore provocato alle vittime da operazioni di questo genere, che non fanno che reiterare gravissimi abusi di coscienza.

Roma, 30/1/2023



Saturday, 4 February 2023

VATICAN OR MADHOUSE?


 

What would be the reaction if the Vatican were to support and take part in  a conference on safeguarding minors presided over by paedophile priests?  Last week, they did the exact equivalent by supporting and participating in a conference on 'spiritual accompaniment' held by those confirmed guilty of spiritual abuse - Opus Dei, with participation of one of the founders of Comunion and Liberation, a movement which was recently under direct examination by the Vatican for this very problem.  The evidence of spiritual abuse is overwhelming in the case of these organisations, and others such the Focolare Movement, and, in some cases has even been reprimanded directly by Pope Francis.  It is madness to think that movements accused by Pope Francis of being 'self-absorbed' can reform themselves.  And it is a scandal that the Dicastery of the Laity could support an event like this and deeply disturbing that they could appear to be taking part in a cover up.  The place of the guilty is in  the dock not in the judge's seat or on the jury.

PRESS RELEASE SENT OUT JOINTLY BY #ItalyChurchToo, OREF (ORganisation Ex Focolare) and other organisations challenging abuse in the Catholic Church:

On the 'Study Week on Spiritual Accompaniment in Movements and New Communities - Helping Human and Supernatural Growth' Organised by the Pontifical University of the Holy Cross

A FRONT OPERATION AGAINST ABUSE

PROMOTED BY AN ABUSIVE STRUCTURE

INTRODUCTION

The Pontifical University of the Holy Cross, the organiser of the "Study Week on Spiritual Accompaniment in Movements and New Communities", scheduled from 30 January to 3 February, is promoted and governed by the Prelature of the Holy Cross and Opus Dei, to which is entrusted the direction and planning of academic formation activities (Art. 2 and Art. 4 PUSC Statutes);

GIVEN THAT:

there are numerous cases of abuse of power, abuse of conscience and spiritual abuse that have emerged within the Prelature, against clerics and celibate lay people with formation and governance positions (numeraries and associates), and that, from the testimonies of the survivors, it emerges that it is the very structural organisation and content of formation, together with a established praxis, that are the vehicle of an abusive culture, which takes the form of principles and conduct that violate the dignity of the person;

that, of the aforementioned cases of abuse, many have already been reported to the ecclesiastical and/or civil authorities, and the relevant proceedings have ended in a conviction or are still pending (cf. denunciation of the prelature of Opus Dei by 43 auxiliary numeraries before the Vatican and the Congregation for the Doctrine of the Faith, September 2021), while many others have been the subject of an 'internal' denunciation, before the internal authorities of the prelature, such as the regional or territorial vicars, if not directly before the prelate or his auxiliary vicar; 

that those who have been the victims of these abuses have remained substantially unheard or, after being heard only formally, have received no response, abandoned and rejected by the institution to the point of being induced to leave it, often losing their faith, their livelihoods and in many cases reaching the point of mental illness and suicide; 

that the very authorities to whom the victims turned, exercised a further abuse of power and conscience, forcing an interpretation of events in question that was always aimed at exonerating the perpetrators of the abusive acts and, ultimately, the institution itself;

that these cannot be considered to be individual and isolated or sporadic cases, but systematic and systemic abuse;

IT IS OBSERVED THAT:

Opus Dei has always referred to the relationship between cleric and layperson, or between layperson in a position of authority and ordinary layperson, not by the term "accompaniment" but "spiritual direction", considering the latter to be its own particular charism. In this, the asymmetrical nature of the relationship and the authority in the head of the person who directs it is evident, resulting in the subjection of the recipient - who cannot even choose his own 'spiritual director', but only submit to the choice imposed by the government as an expression of God's will - in an area where the freedom of the individual should be sacred; 

even within the movements and communities that speak of 'accompaniment', there have been equally serious abuses because the quoted expression has been in practice completely emptied of meaning. This is the case of the Focolare Movement, where the accompaniment designed by Chiara Lubich involves the violation of the conscience and freedom of the person through the control of the lay spiritual authority in the 'private conversation';

in this regard, one of the topics under discussion at the event concerns the 'distinction of roles between authority and spiritual accompaniment'. It is well known, for those who have experience of the practice of the Prelature and similar communities, that the distinction does not exist in the concrete life of the members of these organisations. A cleric (or appointed lay person) has simultaneously a governing role within a circumscription and a spiritual director role towards the faithful of the same circumscription. What normally happens is that each member is required to share his or her intimacy with the spiritual director and that the information he or she gives is used by the government to exercise control over the faithful;

that representatives of movements recently subjected to commissioning by the Vatican because of the confusion between the internal and external forums have been invited as experts on 'spiritual accompaniment', and are still under observation.  It is clear that a third body is needed to resolve cases of abuse in the Church. Instead, the current picture presents abuse initiatives organised by the abusers themselves. Yet another scandal is being added to those that have already occurred;

all this is taking place in the presence and with the applause of the Dicastery for the Laity, Family and Life, in the person of Card. Kevin Joseph Farrell. This unequivocally means that the Dicastery, and hence the Church, justifies the abuse of power and those who exercised it.

In light of these facts, the #ItalyChurchToo Coordination intends to highlight and bring to the attention of public opinion that the study week in question is a mere window-dressing operation for the benefit of the external image of the prelature and comparable organisations, with the complicity of the ecclesiastical authorities taking part in it, already unsuccessfully urged by the victims to intervene for justice, and therefore well aware of the abuses perpetrated internally.

#ItalyChurchToo is the spokesperson for the indignation and further pain caused to the victims by operations of this kind, which do nothing but aggravate very serious abuses of conscience.

Rome, 30/1/2023


Thursday, 26 January 2023

BENEDETTO 'IL ROTTWEILER DI DIO'


Papa Benedetto, alias "il rottweiler di Dio", ha inveito contro i gay

L'eredità di Benedetto non saranno le sue dimissioni, ma piuttosto la sua indignazione per la salute, il benessere e i matrimoni della comunità LGBTQ+.

JOHN CASEY

THE ADVOCATE,  31 DICEMBRE 2022 13:53 EST

Era l'aprile del 2008 e stavo camminando lungo la First Avenue a Manhattan, quando sono stato fermato dalla polizia all'altezza dell'86esima strada. Notai che c'erano persone che si riunivano lungo la strada - non molte, ma abbastanza da sapere che stava passando qualcuno di importante.

"Chi è questa volta?" Ho chiesto al poliziotto che mi ha fermato. "È il Papa", mi rispose.

Di certo, un paio di minuti dopo passò il corteo di Papa Benedetto. Era seduto in una limousine dietro il sedile del passeggero, che era il lato della strada in cui mi trovavo, così lo vidi da vicino. La prima cosa che ho notato è stata quanto fosse piccolo. La sua testa, ornata dall'immancabile berretto bianco, o zucchetto, superava a malapena il finestrino. Piuttosto che coinvolgere le persone allineate sulla strada, Benedetto fissava dritto davanti a sé. Sembrava freddo e distante.

Qualche giorno dopo, pranzando con il mio meraviglioso amico, il defunto padre Angelo, gli dissi che avevo visto il Papa. Mi guardò con la delusione negli occhi e mi rispose: "Perché avresti voluto vederlo?".

Esattamente.

Oggi, alla sua morte, scorrendo tutti i servizi televisivi e leggendo i notiziari, sono rimasto colpito dal fatto che praticamente tutti i giornalisti hanno detto che l'eredità di Benedetto sarebbe stata quella di essere il primo Papa a dimettersi in 600 anni. Ma non credo che sia vero. Se la Chiesa cattolica aprirà mai la sua cantina di documenti segreti e diventerà trasparente, si dimostrerà ulteriormente che Benedetto, quando era il cardinale Joseph Ratzinger, era ancora più complice nel coprire lo scandalo degli abusi dei sacerdoti della Chiesa.

Quando la diocesi tedesca di Monaco, che Ratzinger guidò come arcivescovo negli anni '70 e '80, pubblicò un rapporto sulla sua risposta allo scandalo degli abusi sessuali, chiamò in causa l'allora vescovo Ratzinger, affermando che non aveva affrontato almeno quattro casi di abusi. Benedetto, in qualità di Papa emerito, lo negò, nonostante l'evidenza. Come cattolici ci viene insegnato a dire la verità, quindi l'ipocrisia di Benedetto è tanto allarmante quanto triste.


Benedetto è stato uno dei consiglieri più anziani di Papa Giovanni Paolo II. Ha guidato la Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF) del Vaticano, l'ufficio responsabile della supervisione della dottrina della Chiesa. Era chiamato "il rottweiler di Dio" per la sua feroce difesa della dottrina ultraconservatrice della Chiesa.

Quando è diventato Papa, ha preso provvedimenti per affrontare lo scandalo degli abusi, che era al culmine quando è stato elevato a pontefice dal collegio cardinalizio nel 2005; tuttavia, le sue azioni sono state giudicate tristemente inefficaci da alcuni, me compreso. Come sopravvissuta agli abusi di un sacerdote, ho seguito la questione molto da vicino e ho ritenuto che Benedetto abbia reagito allo scandalo con un atteggiamento di selezione e di fumo negli occhi.

La compianta Barbara Blaine, presidente della Rete dei Sopravissuti di Quelli Abusati da Preti durante il papato di Benedetto, era d'accordo. "Non vorrei che fosse ricordato come qualcuno che ha fatto la cosa giusta, perché dal nostro punto di vista il bilancio di Papa Benedetto è stato abissale", ha detto una volta.


Un rapporto bomba del New York Times del 2010 affermava che Ratzinger e altri funzionari della Chiesa non hanno agito nel caso di un prete del Wisconsin accusato di aver molestato fino a 200 ragazzi. L'inchiesta del Times affermava che i funzionari della Chiesa avevano interrotto il procedimento contro il sacerdote su ordine di Ratzinger. Ci sono tante altre storie in cui Ratzinger ha protetto i preti invece di fare la cosa giusta.

E, cosa ancora più offensiva, Ratzinger è stato spietato nell'ammonire e punire chiunque nella Chiesa fosse LGBTQ+ o un suo alleato. Questo odio include i suoi commenti sull'HIV e l'AIDS alla fine degli anni Ottanta. Nel 1987, mentre il virus imperversava, si diffuse la voce che la Chiesa cattolica avrebbe implicitamente appoggiato l'uso del preservativo per aiutare a prevenire la diffusione della malattia. La voce fu immediatamente smentita da Ratzinger, il quale affermò che un simile approccio per proteggere gli uomini gay e il sesso omosessuale "si tradurrebbe almeno in una facilitazione del male".

Nel 1987 la Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti, guidata dall'arcivescovo di Los Angeles Roger Mahony, anch'egli coinvolto nello scandalo degli abusi sui sacerdoti, approvò una politica che rifiutava l'uso del preservativo per aiutare a prevenire la diffusione della malattia. Questo da parte di un'istituzione pro-vita. Riuscite a immaginare quante vite si sarebbero potute salvare se i vescovi avessero approvato l'uso dei preservativi?


Nel maggio del 1999, Ratzinger mise brutalmente a tacere un prete e una suora che si occupavano della comunità LGBTQ+. Ecco una parte di ciò che Ratzinger scrisse sui loro sforzi e sulla nostra comunità:

"Dato il fallimento dei ripetuti tentativi delle legittime autorità della Chiesa di risolvere i problemi presentati dagli scritti e dalle attività pastorali dei due autori, la Congregazione per la Dottrina della Fede è obbligata a dichiarare, per il bene dei fedeli cattolici, che le posizioni avanzate da suor Jeannine Gramick e da padre Robert Nugent riguardo al male intrinseco degli atti omosessuali e al disturbo oggettivo dell'inclinazione omosessuale sono dottrinalmente inaccettabili perché non trasmettono fedelmente il chiaro e costante insegnamento della Chiesa cattolica in questo campo". Padre Nugent e suor Gramick hanno spesso dichiarato di cercare, in linea con l'insegnamento della Chiesa, di trattare le persone omosessuali "con rispetto, compassione e sensibilità".

"Per queste ragioni, a suor Jeannine Gramick, SSND, e a padre Robert Nugent, SDS, è proibito in modo permanente qualsiasi lavoro pastorale che coinvolga persone omosessuali e sono ineleggibili, per un periodo indeterminato, per qualsiasi carica nei loro rispettivi istituti religiosi".


Benedetto è stato esplicito nel detestare il matrimonio omosessuale. Nel 2012 ha affermato che l'uguaglianza matrimoniale è una minaccia per il futuro dell'umanità. Parlando del matrimonio omosessuale, Papa Benedetto ha detto: "Non si tratta di una semplice convenzione sociale, ma piuttosto della cellula fondamentale di ogni società. Di conseguenza, le politiche che minano la famiglia minacciano la dignità umana e il futuro dell'umanità stessa".

Come Papa emerito, nel 2021 Benedetto pubblicò un documento che condannava ulteriormente il matrimonio omosessuale: "Stiamo assistendo a una distorsione della coscienza che evidentemente è penetrata profondamente in settori del popolo cattolico", scrisse il Papa emerito. "A questo non si può rispondere con qualche piccolo moralismo e nemmeno con qualche riferimento esegetico. Il problema va più in profondità e quindi deve essere affrontato in termini fondamentali".

Nelle sue memorie, pubblicate nel 2016, Benedetto ha parlato dell'esistenza di una presunta lobby gay che ha cercato di affermare il proprio potere su di lui. Benedetto, nel libro, si prende il merito di averla smantellata. Questo, nonostante da tempo circolassero voci sul fatto che Benedict, che amava le sfilate di Prada rosse e gli ambienti lussuosi, fosse lui stesso gay.


Quando si è dimesso nel 2013, come parte della direttiva su come Benedetto sarebbe esistito dopo aver lasciato il papato, è stato concordato che avrebbe potuto continuare a indossare la veste bianca, essere chiamato "Papa emerito" e che avrebbe vissuto con il suo segretario di lunga data monsignor Georg Ganswein. Per il giornalista e scrittore Andrew Sullivan [N.d.r. giornalista e autore gay cattolico americano di grande influenza], quest'ultima è stata un'ammissione scioccante.

Sullivan, che ha scritto del fatto che Benedetto potrebbe essere gay - anche se dice che potrebbe non aver agito in tal senso - ha messo in dubbio l'insolita sistemazione abitativa: "Così l'affascinante compagno maschile di Benedetto continuerà a vivere con lui, mentre lavora per l'altro Papa durante il giorno. Dovremmo pensare che questa sia, beh, una sistemazione normale?".

Abbiamo visto innumerevoli reverendi, ecclesiastici e televangelisti usare il loro pulpito per condannare i froci, mentre portavano avanti relazioni omosessuali a porte chiuse. Protestare troppo, nel caso di Benedetto, significa forse che anche lui nascondeva un segreto? Probabilmente non lo sapremo mai, ma quello che sappiamo è che la sua protesta contro la nostra comunità è stata pericolosa e ha messo in pericolo la vita di tanti.

Quando la repulsione e l'esclusione, che è ciò che padre Angelo pensava fosse i motivi di Benedetto, incitano le masse, letteralmente e figurativamente, non fanno altro che incoraggiare chi odia ancora di più. È difficile augurare a Benedetto di riposare in pace, quando ha lasciato dietro di sé tanta animosità, disprezzo e divisioni.

John Casey è redattore di The Advocate.

Le opinioni espresse negli articoli di opinione di The Advocate sono quelle degli autori e non rappresentano necessariamente le opinioni di The Advocate o della nostra società madre, equalpride.