Wednesday 2 November 2022

S sta per soffitta: il Dizionario Focolarino


 Nel 1906, lo scrittore e satirico americano Ambrose Bierce pubblicò Il Dizionario del Diavolo, fornendo definizioni parallele, ma straordinariamente accurate (e ciniche) di parole comuni.  Per esempio: "Educazione: Ciò che rivela ai saggi e nasconde agli stolti la loro mancanza di comprensione".  Oppure: "Cristiano: Chi crede che il Nuovo Testamento sia un libro divinamente ispirato e mirabilmente adatto alle esigenze spirituali del prossimo".  Ispirandomi a questo esempio, sto lanciando su questo blog una nuova serie intitolata Il dizionario divino, che fornirà al mondo la tanto necessaria guida su come il Movimento dei Focolari ha ridefinito molte parole comuni.  Per quanto ne so, la maggior parte di queste parole fa parte della cultura "interna" non scritta dei Focolari, quindi per chi desidera conoscere la natura del Movimento dall'interno può trovare utile questo nuovo Dizionario divino.  Gli esempi sono numerosi, quindi vi prego di inviarmi suggerimenti o domande.  Iniziamo con...

S STA PER SOFFITTA

Soffitta" è una delle prime parole che vi verranno ridefinite quando incontrerete il Movimento dei Focolari, perché si trova all'inizio de "La storia dell'ideale", il racconto semplice, incantevole e rigidamente fossilizzato di come è nato il movimento.

La definizione è ovvia: la soffitta è il luogo dove si mettono i libri.  Tutti.

Come ho spiegato ne Le armata del Papa:

un estremo integrismo è alla base dell'anti-intellettualismo dei Focolari, anzi della loro opposizione al pensiero di qualsiasi tipo nei loro membri.  Questa attitutudine risale agli inizi del movimento.

Chiara Lubich racconta come Dio le abbia detto di abbandonare gli studi di filosofia: Fu quando, per poter diventare nostro Maestro e istruirci nella verità, Dio chiese di sacrificare tutta la verità che gli uomini potevano darci. È stato quando, per rivelarsi a noi, Dio ci ha dato la forza di mettere in soffitta tutti i libri degli altri maestri".

L'atto simbolico di "mettere in soffitta i propri libri" venne a significare, nella tradizione del movimento, il rifiuto dell'insegnamento umano.  Rimane uno dei suoi slogan più potenti.  Chiara Lubich sottolinea che questo rifiuto radicale della conoscenza esterna è un passo fondamentale che tutti gli adepti devono compiere:  "Questo atto della nostra vita è la base di tutta la dottrina dell'Ideale. Deve essere la base per chiunque voglia seguire Gesù nella sua Opera [il movimento]."

Chiara afferma categoricamente che "Una cosa era certa: Colui che viveva tra noi era Dio e quindi era in grado di rispondere a tutte le domande che tutti gli uomini di tutti i tempi potevano porsi."  E anche la condizione per questa "illuminazione" è ben chiara: "... il vuoto completo della nostra mente". 

Dovrei aggiungere subito che questo significa le menti di tutti gli altri - l'unica eccezione è la sua.  In pratica, mettere in soffitta i propri libri significa che lei diventa l'unica insegnante e autorità per tutti i membri del movimento (e forse tutta la chiesa e il mondo intero).

Chiaramente la Lubich non era d'accordo con l'altro noto pensatore, Socrate, che diceva: "Impiega il tuo tempo a migliorare te stesso con gli scritti di altri uomini, in modo da ottenere facilmente ciò per cui altri hanno faticato molto".  Su un altro argomento la pensava diversamente da Socrate.  Egli riteneva che "l'unica vera saggezza è sapere di non sapere nulla".  Mentre la Lubich, a quanto pare, credeva di sapere tutto e rivelò i suoi insegnamenti, ironicamente, in numerosi libri.   Sicuramente non era d'accordo con il detto di Socrate: "Non posso insegnare niente a nessuno.  Posso solo farli pensare".

"Mettere i libri in soffitta" è l'equivalente in tono 'soft' dei roghi nazisti. Non sorprende quindi che questa frase di mettere i libri in soffitta puo essere causa di rabbia per coloro che sono al di fuori del movimento.  Durante il processo di pubblicazione de Le armata del Papa, il libro è stato letto con attenzione dagli avvocati di alto livello della Bantam Press.  Avevano stilato una lista di possibili punti controversi - su tutti i quali sono riuscito a soddisfarli. Per una strana coincidenza, l'avvocato che si occupava della questione era un anglicano praticante che aveva partecipato a uno dei viaggi a Roma per anglicani condotta dai focolarini, compresa una visita a Loppiano.  Leggendo Le armata del Papa, ciò che lo indignò veramente e lo mise in guardia sulle vere intenzioni dei Focolari fu la frase "Mettete i vostri libri in soffitta".

Una coppia francese che aveva sofferto molto per il fatto che la figlia "Marie" era diventata una focolarina, quando la figlia fece una delle sue visite annuali di due giorni alla loro casa, le accennò al fatto che avevano letto l'edizione francese del mio libro (Golias, 1999).  Pochi giorni dopo hanno ricevuto una lettera da lei, che riportava il parere approvato dei Focolari sul libro.  "Marie" concludeva la lettera, piuttosto incautamente: "Lasciate questo libro in soffitta".  Come ho raccontato nella versione riveduta de Le armate del Papa, (Prometheus Books, USA, 1999): 

Non sorprende che, sapendo che si trattava di un slogan dei Focolari, la madre di Marie abbia ritenuto che questa fosse la goccia che fece traboccare il vaso e abbia denunciato 'la vostra dottrina anti-intellettuale che rifiuta l'insegnamento umano... Non è certo grazie a Chiara Lubich che i ricercatori lottano per alleviare i flagelli dell'umanità come il cancro, SIDA, ecc... Qualsiasi psicologo potrebbe dirvi che siete nel paradiso dei pazzi'.

Negli anni che ho trascorso come membro del Movimento, ricordo esempi specifici in cui i "libri" sono stati scartati a priori.  Mentre mi stavo laureando in letteratura inglese e italiana, dissi a Jean-Marie Wallet, il responsabile del focolare di Londra, che, da quando avevo conosciuto il Movimento, avevo sempre più difficoltà a leggere i libri del mio piano di studi.  "Sì", annuì saggiamente, "una volta letti gli scritti di Chiara Lubich, le grandi opere della letteratura mondiale diventano insignificanti".  In un'altra occasione ricordo che Fede, l'allora responsabile del ramo maschile del movimento, commentò che "Shakespeare era un grande esperto del 'uomo vecchio' ".  Questo termine è stato ripreso da San Paolo per indicare tutto ciò che c'è di malvagio nella natura umana e in ogni individuo - qualità che nel Movimento sono note anche come "umano".  Evidentemente Fede non aveva letto il discorso di Porzia sulla misericordia nel Mercante di Venezia o, dalla stessa opera, il discorso di Shylock sulla discriminazione razziale, in anticipo di almeno quattro secoli (citato - a Hitler!! - con un impatto straordinario nella film Essere o non essere di 1942 del grande regista Ernst Lubitsch*). 

Quando la storia ricorda i nemici dei libri come Hitler, Mao, Stalin, il cardinale Ratzinger (che alla fine degli anni '90 ordinò il macero di Donne all'altare di Lavinia Byrne, sul tema del sacerdozio delle donne) e il vescovo Diego de Landa che bruciò i codici Maya, non c'è bisogno di tralasciare il lato femminile.  Gli uomini avevano i loro falò; Chiara Lubich la sua soffitta.


* Non credo che Ernst sia parente di Chiara, nononstante il cognome molto simile, ma una volta mi e venuto in mente che sarebbe divertente scrivere un autobiografia di tutti e due intitolato 'Uno ride, l'altra no' come ommaggio al film capolavoro di Agnes Varda 'L'une chante, l'autre pas'.



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