Tuesday, 12 July 2022

Lettere di 27 anni fa al giornale cattolico inglese The Tablet ora sembrano profetiche

 Alla luce delle recenti azioni intraprese da Cardinale Kevin Farrell del Dicastero dei Laici, Famiglia e Vita verso  Comunione e Liberazione e altri movimenti ecclesiali,  e il rimprovero di Papa Francesco ai Neocatecumenali, queste lettere scritte al giornale cattolico inglese The Tablet 27 anni fa sul movimento dei Focolari sembrano profetiche - e sollevano argomenti importanti per il Sinodo sulla Sinodalita:

Sondare i frutti più pregiati - Lettere, The Tablet, 5 August 1995 

Signore: Ho letto con interesse l'articolo di Michael Walsh sul mio libro Le armate del Papa. Ho notato con piacere che siamo d'accordo sulla natura settaria dei cosiddetti nuovi movimenti ecclesiali - Focolari, i Neocatecumenatali e Comunione e Liberazione. 

Mi ha sorpreso, tuttavia, che il signor Walsh, autore di un volume sull'Opus Dei, abbia respinto la mia teoria secondo cui queste organizzazioni sono destinate a esercitare un potere sostanziale all'interno della Chiesa. Ognuna di esse ritiene di avere una missione dall'alto per riformare l'intera Chiesa. Logicamente, quindi, cercano di ottenere la massima influenza e il massimo potere possibile. L'Opus Dei ha dimostrato di poter raggiungere livelli sproporzionati rispetto alla sua forza numerica. 

Il vero problema è la natura della Chiesa post-conciliare. Papa Giovanni Paolo II ha descritto questi movimenti come "Tra i frutti più belli di Vaticano II" e il cardinale Ratzinger, nell'intervista del 1986 a Vittorio Messori, ha dichiarato che erano l'unica cosa buona uscita dal Concilio. Contesto fermamente questo punto di vista e ritengo che presentare queste organizzazioni come modelli del Concilio in azione sia una grossolana distorsione della verità. Sono dualistiche, segrete, ripiegate su se stesse, accentratrici, gerarchiche, autoritarie, clericali, disprezzatori del mondo, disinteressate ai temi della giustizia e della pace. In realtà, per quanto posso vedere, l'esatto opposto di tutto ciò che il Concilio rappresenta. 

Molto preoccupante è anche la distruzione dell'individualità dei membri per glorificare l'istituzione, cosa che trovo pericolosamente vicina a varie forme di totalitarismo. Anche se il mio approccio nell'Armata del Papa non è teologico, credo che le rivendicazioni esclusive dei movimenti debbano essere esaminate attentamente da chi è competente in materia. Penso alla descrizione che i Focolari fanno di se stessi come "Corpo mistico di Maria" o all'uso che i Neocatecumenali fanno della "Chiesa" come sinonimo del movimento. 

Non credo che, come suggerisce il signor Walsh, le mie credenziali di sostenitore di Vaticano II siano minate solo perché cito prove contro i movimenti di tradizionalisti dichiarati come padre Enrico Zoffoli e padre Joseph Fessio. In effetti, commento il fatto intrigante che i nuovi movimenti sono riusciti a inimicarsi sia l'ala sinistra che quella destra del cattolicesimo. È un fatto triste, tuttavia, che tra il clero e la gerarchia italiana regni una potente atmosfera di paura. Essi sono terrorizzati dall'effetto che le critiche ai movimenti preferiti dal Papa potrebbero avere sulle loro carriere. Purtroppo, agli oppositori liberali dei movimenti è mancato il coraggio di figure donchisciottesche come padre Zoffoli. 

Infine, devo negare il merito di aver perseguitato la moglie del signor Walsh per incoraggiarla ad aderire al movimento dei Focolari. Anche se all'epoca in cui la signora Walsh era nel mirino dei Focolari vivevo in una delle sue comunità a Liverpool, le attività del movimento sono rigorosamente segregate e all'epoca ero troppo impegnato a ingrossare i ranghi delle divisioni maschili. 

Gordon Urquhart

Wardour Street

Londra


Lettera di dott. Oliver Davies Lettere, The Tablet, 5 agosto 1995 

Signore: Mi sembra che Michael Walsh, nella sua recente recensione di Le armate del Papa di Gordon Urquhart, abbia sollevato alcune questioni importanti che meritano un'ulteriore discussione. Pur non essendo io stesso un membro del movimento dei Focolari, sono un teologo cattolico interessato ai nuovi movimenti religiosi. Inoltre, faccio parte di una razza rara, in quanto conosco bene il movimento dei Focolari, dato che mia moglie - anglicana liberale e decisamente femminista - è stata attiva nel movimento per molti anni. 

È impossibile non rimanere colpiti dall'integrità di Gordon Urquhart (che non conosco personalmente), anche se alcune persone che lo conoscono affermano che la sua determinazione a trovare difetti in questo passato dei Focolari lo ha portato a travisare alcune cose e a interpretare male altre. A me interessano soprattutto le questioni più generali sollevate dal suo libro. In primo luogo, non è opportuno accomunare il Neocatecumenato, Comunione e Liberazione e i Focolari, che sono entità molto diverse tra loro; e non è nemmeno accettabile che questi movimenti vengano semplicemente definiti "sette". I Focolari, ad esempio, sono intimamente integrati nella Chiesa cattolica a tutti i livelli e hanno sempre cercato e trovato stretti rapporti con personalità di spicco di altre comunioni cristiane. Lungi dall'essere un organismo autonomo, si è sempre inteso come un movimento di rinnovamento spirituale che opera attraverso le strutture esistenti e non contro di esse. 

In secondo luogo, il modello appropriato per comprendere un movimento come quello dei Focolari è quello di un ordine religioso. Molti dei problemi che Urquhart racconta possono derivare dal fatto che forse sia lui che altri hanno frainteso la sua vocazione, tanto da esporlo in modo inappropriato alle pressioni di un'intensa formazione spirituale come membro "di primo ordine" del movimento che vive da celibe in comunità. Sebbene la spiritualità dell'intero Movimento sia considerata la stessa per tutti, incentrata sul mistero trinitario della Chiesa, gli individui variano enormemente nella misura in cui sono in grado o disposti a rendersi pienamente disponibili e quindi, di fatto, ad adottare la forma di vita di un uomo o di una donna consacrati alla vita religiosa. Inoltre, per quanto possa essere deplorevole, l'atteggiamento prevalente nei confronti dell'omosessualità che ha causato la sua partenza* non era quello dei Focolari in particolare, ma sicuramente tipico di tutti gli ambienti religiosi cattolici di circa 20 anni fa. 

Nessuno può negare che ci siano, e continueranno ad esserci, tensioni tra la Chiesa in generale e i nuovi movimenti, né che siano stati commessi e saranno commessi errori da tutti e due le parti. Ma la verità, a mio avviso, è che il cristianesimo è essenzialmente una religione radicale, il cui carattere dinamico non è sempre soddisfatto dal sistema parrocchiale, pur con tutti i suoi punti di forza. È questa carenza che ha portato alla nascita degli ordini religiosi come forme di vita cristiana radicale; e lo stesso principio è all'opera nella formazione di molti dei nuovi movimenti, da Sant'Egidio all'Opus Dei. Questi non sono affatto uguali e alcuni riflettono una visione purtroppo individualista e ristretta della Chiesa cattolica, mentre altri, come L'Arche, sono comunitari ed ecumenici. I Focolari, a mio avviso, appartengono molto chiaramente a quest'ultima categoria di movimento. Se ha le sue mancanze e i suoi fallimenti (e li ha), si tratta dei problemi di una tendenza al fondamentalismo che sono caratteristici dei potenti movimenti religiosi (e laici) in una fase iniziale della loro evoluzione, come ha recentemente dimostrato il lavoro dello studioso milanese Francesco Alberoni. La strada da percorrere deve quindi essere il dialogo, tra l'individuo e il movimento, e tra i movimenti e la pienezza della Chiesa. 

Dott. Oliver Davies

 Università del Galles

 Lampeter

 * Questo consisteva in tre ‘offerte’ a Urquhart dal movimento: un matrimonio combinato, terapia di conversione e castrazione chimica. Questo e chiaramente spiegato in Le armate del Papa.  "Sicuramente tipico di tutti gli ambienti religiosi cattolici di circa 20 anni fa"? 


Le armate del Papa [risposta alla lettera precedente] Lettere, The Tablet, 19 agosto 1995 

Signore, il dottor Oliver Davies (Lettere, 5 agosto) presenta il punto di vista secondo cui le mie critiche al movimento dei Focolari nel mio libro Le armate del Papa si riducono tutte al fatto che sono un ex-membro. 

Il dottor Davies sostiene di "sapere molto" sul movimento dei Focolari, ma il problema rimane che le informazioni all'interno di questo, come di altri movimenti cattolici segreti, sono attentamente classificate in base ai livelli di appartenenza. I membri di basso livello o i simpatizzanti come il dottor Davies possono sapere molto poco della struttura e degli insegnamenti del movimento, anche dopo molti anni di contatti. Un professore di un'università romana mi ha raccontato di recente che a un suo allievo, sacerdote interno dei Focolari, è stato negato l'accesso ai primi scritti segreti della fondatrice, Chiara Lubich, ed è stato quindi costretto a cambiare l'argomento della sua tesi. Quanto può sperare di sapere un esterno attraverso i canali ufficiali? Ecco perché, nonostante la linea vaticana, è fondamentale far conoscere le opinioni e le esperienze degli ex-membri. Il materiale sui Focolari che presento nel libro si basa su 9 anni di appartenenza - cinque dei quali come membro di una comunità a tempo pieno con voti - 20 anni di riflessione successiva e ricerche recenti in tutta Europa, compresi molti contatti diretti con il movimento e i suoi membri. 

Non posso rivendicare il merito dell'idea di "fare tutto un mescuglio" del Neocatecumenato, Comunione e Liberazione e i Focolari, ritenuta "inappropriata" dal dottor Davies. "Il mescuglio" e la visione del Papa e del Vaticano. Io ho semplicemente cercato di analizzare le conseguenze di questo punto di vista. Una delle caratteristiche comuni che ho notato è che ognuno di questi movimenti ha un senso della propria missione unico. Questo porta a una mentalità che posso solo definire settaria (un termine ritenuto "inaccettabile" da Davies) - certamente nel caso dei Focolari e del Neocatecumenato: la convinzione che il proprio movimento abbia tutto da insegnare e nulla da imparare. 

Secondo il dottor Davies, i Focolari possono essere descritti come "comunitari" (una parola cara a quel movimento, anche se non sono sicuro di cosa significhi) ed "ecumenici" alla loro maniera; ma sarebbe un grave errore concludere che si tratti di un'organizzazione liberale. È autoritaria, centralizzata e assolutista, e segue rigidamente gli ordini del Vaticano su tutte le questioni. Il dottor Davies difende il trattamento dei Focolari nei confronti degli omosessuali, che io critico in Le armate del Papa, come semplicemente "l’atteggiamento prevalente nei confronti dell'omosessualità... sicuramente tipico di tutti gli ambienti religiosi cattolici di circa 20 anni fa". Eppure, come sottolineo nel libro, i Focolari sostengono ancora oggi la "cura" degli omosessuali. Il dottor Davies dovrebbe includere nella sua ricerca un piccolo gioiello di omofobia intitolato Omosessuale, chi sei, un manuale pubblicato dal Focolare in Italia l'anno scorso, che pretende di offrire consigli comprensivi agli omosessuali. Esso descrive gli omosessuali come "colpevoli di omicidio involontario dei giovani e persino dei bambini colpiti dall'AIDS solo perché un giorno sono stati vittime degli imprudenti nella ricerca del piacere". Questo è il linguaggio della nuova destra religiosa americana, non quello dell'ala liberale del cattolicesimo contemporaneo. 

Nella sua ansia di vedere i movimenti come una Cosa Buona e Necessaria, il dottor Davies sembra essere pronto a trascurare le "mancanze e i fallimenti" di cui, ammette, sono colpevoli. Qualunque beneficio possano apportare alla Chiesa a lungo andare - e non sono affatto convinto che lo faranno - non può giustificare danni incidentali agli individui. Il suggerimento che "la via da seguire deve essere il dialogo" mi sembra irrimediabilmente ottimista per quanto riguarda i movimenti di cui mi sono occupato ne Le armate del Papa - Focolari compresi. È impossibile dialogare con chi si propone con l'assoluta convinzione di possedere tutte le risposte.

Gordon Urquhart

Wardour Street

Londra



Wednesday, 20 April 2022

Grande vaticanologo Sandro Magister dell'Espresso sui focolarini - un articolo classico degli anni novanta e piu rilevante che mai

 




L´irresistibile ascesa dei focolarini. L'altra metà della Chiesa

Migliaia di adepti. Centinaia di vescovi. Cittadelle in tutto il mondo. Radiografia del più grande dei movimenti cattolici. L'unico, per volontà del papa, affidato a una donna

di Sandro Magister

[Da "L´espresso" n. 26 del 3 luglio 1997]

https://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/7071.html
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Nel nome ufficiale, Opus Mariae, ricordano la mitica Opus Dei. Ma sono più noti come focolarini. Li ha fondati e li dirige una donna, Chiara Lubich, 77 anni come Karol Wojtyla, nata a Trento, domiciliata a Rocca di Papa. Dio è anche femmina, disse un giorno Albino Luciani, il papa del sorriso, e Chiara Lubich deve pensarla anche lei così. Ha ottenuto dal suo successore Giovanni Paolo II che i focolarini avranno sempre a capo una donna. Privilegio unico, per un movimento che conta tra i suoi aderenti anche migliaia di preti e frati. E centinaia di vescovi.

I focolarini sono gran fenomeno della Chiesa odierna. Stando agli ultimi numeri, hanno sorpassato tutti gli altri movimenti cattolici nati in questo secolo. E in più sono riusciti a garantire di sé un'immagine immacolata e radiosa, di arcobaleno perenne. Fino a oggi. Perché oggi anche per loro l'incanto rischia di rompersi. Un libro di un loro ex dirigente, l'inglese Gordon Urquhart, stampato in Italia da Ponte alle Grazie con il titolo "Le armate del papa", viene per la prima volta a tracciare dei focolarini un ritratto molto meno esaltante. Lui dice molto più veritiero.

C'è infatti una cosa che i focolarini non amano: che si semini il dubbio dentro le loro certezze ispirate. A cominciare dai racconti sulla genesi. La loro non è storia, è sacra rappresentazione. Ecco Chiara Lubich a 19 anni, maestrina, padre socialista e fratello comunista. Va in pellegrinaggio a Loreto e ha la prima illuminazione. Vede la santa casa di Nazareth e sogna sé alla testa di cortei di vergini come Maria e san Giuseppe. Eccola nel 1943, a Trento, uscir di casa per la spesa. E invece lungo la via s'imbatte in Dio che la chiama a esser tutta sua. «Alzai gli occhi al cielo e risposi: sì». L'anno dopo, in una cantina sotto le bombe, Chiara «fa unità» con le prime compagne, le stesse che ancor oggi le sono intorno e sembrano la sua ristampa in tutto: nel dire, nel muoversi, nel vestire, nel taglio dei capelli. «Ci dicemmo pronte a morire l'una per l'altra». Poi la nascita dei primi focolari, nuclei di donne votate alla castità e, a giusta distanza, anche di uomini. E poi il primo focolarino sposato, l'allora deputato della Democrazia cristiana Igino Giordani, padre di Brando, futuro uomo Rai. E i ritiri estivi sulle Dolomiti, nella valle di Primiero, a Tonadico. È lì che Chiara Lubich ha le visioni celesti, nel 1949. Per più giorni, dopo la comunione mattutina, «entra in paradiso».

Quello che Chiara Lubich ha visto nel suo «paradiso del '49» non è per tutti. Per il volgo solo qualche rado cenno. E poche briciole anche per i focolarini alle prime armi. Alle rivelazioni si accede solo salendo di grado nelle gerarchie interne. «Come nella gnosi, dove i misteri sono riservati agli iniziati», commenta Urquhart. Lui, che negli anni Settanta fu tra i capi dei focolarini d'Inghilterra, seppe che nelle sue visioni Chiara Lubich aveva conosciuto i «disegni» di Dio sul futuro di lei, del movimento e di alcuni suoi singoli esponenti. Ad esempio Pasquale Foresi, figlio d'un altro parlamentare dc, cui fu detto che doveva farsi prete, il primo focolarino prete. Ubbidì. E don Foresi, che non mancava di talento, rapidamente ascese a numero due del movimento. Anzi, a «cofondatore». Sin quasi a oscurare la stella della fondatrice. Per finire invece lui eclissato già negli anni Sessanta. Misteriosamente. Oggi il teologo più in vista dei focolarini è don Piero Coda. Che però non è un Foresi bis. Valente come teologo, e forse proprio per questo, don Coda non ha mai contato nelle vere gerarchie del movimento.

C'è ruggine tra i focolarini e gli intellettuali, specie se d'intelletto critico. All'inizio la parola d'ordine fu: «Mettete i libri in soffitta». Poi hanno raddrizzato la rotta. La loro editrice, Città Nuova, s'è messa a stampare pregevoli collezioni di classici della letteratura cristiana antica, compresa una monumentale edizione critica delle intere opere di sant'Agostino. Tutto in nome dell'idea: «Siamo i primi cristiani del secolo XX». Ma poi pochissimo di questi tesori di sapienza entra nei programmi di formazione dei seguaci. Dove invece spopolano le decine di volumetti di Chiara Lubich. Che come scrittrice non brilla, e neanche come teologa, nonostante una recentissima laurea honoris causa presa a Manila. Ma ha dalla sua «l'aver sperimentato Dio» e «l'avere in sposo Gesù abbandonato».

Tutto ruota attorno al vissuto della fondatrice, alla sua autobiografia che si sa scritta da mano celeste e quindi non può essere contraddetta. Chi vi si imbatte e ne è «folgorato» (parola di un focolarino insigne, il vescovo di Aquisgrana Klaus Hemmerle) non ha più scampo. Basta coi sofismi. Venite e vedrete. Il Regno di Dio eccolo qui. Con «Gesù in mezzo».

Per andare a vedere questo Regno di Dio quaggiù, la meta giusta è Loppiano. Autostrada del sole, casello di Incisa Valdarno. Pochi chilometri in direzione Chianti e ci siete. «Loppiano è città fatata, goccia di paradiso scivolata tra le nuvole sulla terra», vi garantisce Silvana Veronesi, una delle prime compagne di Chiara Lubich. Ogni domenica di visitatori ne arrivano centinaia. Andrete a spasso per una giornata tra prati pettinati e vigne, casolari e ville, botteghe artigiane e cantine. Più la messa, il pranzo e due sedute di musical, filmati, testimonianze. Da uscirne beatamente storditi.

«La nostra divisa è il sorriso». Proprio così. Suonano, cantano e danzano per voi in spettacoli multicolori e lieti. In un tripudio d'unità tra le razze bianche nere e gialle. Solo i sessi stanno separati. Di complessi musicali per i palasport di mezzo mondo i focolarini ne fanno girare due, il Genverde, di sole donne, e il Genrosso, di soli maschi. Sono su piazza da trent'anni giusti. Non era ancora volata la prima molotov sessantottina che Chiara Lubich aveva già fiutato i tempi. Lanciò i suoi giovani a far la «rivoluzione dell'arcobaleno». Altro che Vietnam, Che Guevara, Mao. In Cina agitavano il libretto rosso? I giovani focolarini alzarono il loro libretto giallo. Con stampate le massime della fondatrice.

Oggi lo spettacolo viaggia via satellite. I grandi meeting dei focolarini, Genfest e Familyfest, devono essere obbligatoriamente planetari. Chiara Lubich predica «umiltà e reticenza, mai mettersi in mostra», ma poi in realtà l'auditel ha il posto d'onore nei registri dell'Opus Mariae. Il record provvisorio è del Familyfest tenuto il 5 giugno 1993 al Palaeur di Roma: satelliti 13, stazioni televisive 200, paesi coperti 150, continenti 5, spettatori 686 milioni.

Giovanni Paolo II, che di carisma televisivo s'intende, ne è entusiasta. Le giornate mondiali della gioventù che bandisce ogni due anni, le ultime a Denver e Manila e la prossima a Parigi in agosto, ricalcano pari pari i Genfest dei focolarini, che infatti vi presenziano in massa. Ma è soprattutto il «genio femminile» di Chiara Lubich che piace tanto a questo papa. Se lui è san Pietro, Chiara è la Madonna. Perché nella Chiesa ci vogliono tutti e due gli elementi: il «petrino» e il «mariano». E i focolarini, di cui la Lubich è la quintessenza, sono di Maria la «presenza sulla terra e quasi una continuazione». Tesi audaci. Ma Giovanni Paolo II gliele ha lasciate scrivere perfino negli statuti.

Finita è la quaresima, quando il Sant'Offizio guardava male questa gente strana, mezzi comunisti e mezzi protestanti e con una donna a capo, per di più visionaria. Oggi ai focolarini nella Chiesa vogliono tutti un gran bene e tutti aprono le porte: cardinali, vescovi e curati di campagna.

I focolarini coi voti sono tenuti a spogliarsi delle loro ricchezze. Fanno vita comune e non trattengono una sola lira di ciò che guadagnano. Anche gli sposati devono versare il «superfluo». Ma niente paura. «Più date e più vi sarà dato». Di tutto, di più. La comunità prende, la comunità dà, a discrezione dei suoi capi e, su su, della fondatrice. Dall'acquisto di un libro a una vacanza, tutto nella vita di ciascuno è vidimato e spesato dalla comunità. Per chi merita, anche con larghezza: l'elegante e vario guardaroba di Chiara Lubich, firmato "I gigli del campo", non assomiglia proprio a quello ascetico di madre Teresa di Calcutta. Il mondo dei focolarini vuol essere un generoso assaggio di «terra nuova e cieli nuovi», dove tutto sia buono, abbondante e soprattutto ben ordinato. Le loro cittadelle (dopo Loppiano ne hanno create altre 20, in tutti i continenti) vogliono essere piccoli Eden prima del peccato originale. «Per far vedere come sarà il mondo una volta trasformato dall'Ideale di Chiara». Millenarismo in versione soft.

Anche i gesuiti del Seicento avevano costruito in Paraguay le loro città del sole. E proprio da quelle parti, in Brasile, Chiara Lubich ha avuto nel 1991 un'altra delle sue folgorazioni. Ha lanciato «un nuovo modello economico». Nuovo rispetto a quelli «dell'uomo vecchio», sia collettivisti che liberisti. L'ha battezzato «economia di comunione»: un terzo dei profitti all'azienda, un terzo ai poveri, un terzo all'Opus Mariae. In tanti tra i suoi seguaci l'hanno presa in parola: 750 piccole aziende di focolarini si sono già votate a questa «economia del dare», in tutto il mondo Italia compresa. Con puntuale tempismo, Chiara Lubich vuol insomma lanciare i suoi devoti anche nei settori emergenti e virtuosi del non profit, dell'investimento ambientale, delle banche etiche, delle charity. Le vie dell'«Ideale» sono infinite. Come non restarne incantati?

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Intervista a Chiara Lubich


In gennaio, in Thailandia, Chiara Lubich ha parlato a 800 monaci buddisti e al loro gran maestro Ajahn Thong. In maggio ha predicato, prima donna bianca, nella moschea di Malcom X e dei Musulmani neri, a Harlem. Si può diventare focolarini anche restando buddisti o musulmani. La fondatrice conferma: «Di non cristiani ne abbiamo 30.000».

Ma una volta i missionari non partivano per convertire e battezzare gli infedeli?

«Questa era l´evangelizzazione classica. Ma oggi è l´ora del dialogo. Noi testimoniamo la nostra vita cristiana e questo basta perché gli altri ne siano colpiti».

Non vi capita d´incontrare sospetto o diffidenza?

«No, mai. Solo ammirazione. Un monaco buddista thailandese ccui abbiamo dato il nome di Luce Ardente è stato nella nostra cittadella di Loppiano, vicino a Firenze. La sera metteva le scarpe fuori della stanza e, senza chiedere niente, la mattina le trovava lucidate. Perché fate questo?, ci chiedeva. Perché ti vogliamo bene, rispondevamo. Era commosso».

Sempre così da voi: un mondo tutto felice. Troppo bello per essere vero...

«La nostra gioia nasce dal nostro amare il dolore. Per amare l´altro bisogna completamente svuotare se stessi. Se l´altro fa anche lui questa rinuncia a sé, scatta l´unità. E a chi fa unità, Gesù ha promesso la pienezza della gioia».

Ma possibile che le vostre siano tutte fiabe a lieto fine, con lei come fata?

«Che la storia dei focolari sia meravigliosa, è la verità».

E quelli che se ne vanno via? Di motivi critici ne avranno.

«Quelli che ci lasciano lo fanno perché non hanno voluto morire: non hanno voluto rinnegare se stessi e prendere la croce. Oppure perché sono psicologicamente inabili alla vita del movimento. Oppure perché sono stati soverchiati dalle tentazioni».

Anche il Vaticano, all´inizio, vi guardava con occhio critico.
«In effetti ci hanno messo sotto studio per anni. Ma ricordo che, l´uno dopo l´altro, ogni loro ispettore se n´è sempre andato via commosso, conquistato da quello che aveva visto».

E oggi avete persino il ramo dei focolarini vescovi. Degli italiani, chi c´è?
«Ennio Antonelli, il segretario della Conferenza episcopale. E poi il vescovo di Pompei, Francesco Saverio Toppi; quello di Nocera Inferiore, Gioacchino Illiano; quello che è coadiutore all´Aquila, Giuseppe Molinari».

E tra i cardinali?
«Miloslav Vlk, arcivescovo di Praga e presidente della Conferenza delle Chiese d´Europa, Paul Poupard, Paul Augustin Mayer, Franciszek Macharski».

Lei viaggia come il papa. Dove farà il suo prossimo Tour?

«In Argentina e Brasile. Ho incontrato il presidente brasiliano Fernando Cardoso e la moglie quando sono stati in Italia. Sono così entusiasti delle nostre realizzazioni laggiù, che mi daranno il Cruzeiros du Sol, la massima onorificenza brasiliana».

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Numeri di successo


I loro numeri cantano successo. Da 69.000 che erano dieci anni fa, sono balzati oggi a 109.000, in 198 paesi. Questi i focolarini militanti. Ma in più ci sono gli aderenti e i simpatizzanti, dati a 2.218.000.

Il tronco portante sono i focolari, nuclei di vita comune composti da sole donne o da soli uomini, con voto di castità. Anche le coppie sposate possono farvi parte: lui aggregandosi a un focolare maschile, lei a uno femminile. Oggi in tutto il mondo questi focolarini in senso stretto sono 5.823, distribuiti in 385 focolari femminili e in 283 maschili.

In Italia i focolari femminili sono 51 e i maschili 49. Vi fanno vita comune in 1.547. Sono focolarini, tra i membri italiani del parlamento, Lucia Fronza Crepaz, del Partito popolare, e Giuseppe Gambale, della Rete. E´ focolarina con voto di castità Liliana Cosi, stella della danza classica.

Ma oltre al tronco ci sono i rami. Il primo è quello dei volontari, che si distinguono dai focolarini perchè non fanno vita comune ma abitano per conto proprio. I volontari animano a loro volta un movimento a più largo raggio, chiamato Umanità nuova. Idem le famiglie focolarine. Da esse si irradia un movimento più ampio di nome Famiglie nuove.

Poi c´è il ramo giovani, Gen, generazione nuova. Ragazzi e ragazze svolgono attività separate. Altrettanto avviene per quelli con meno di 17 anni, detti Gen 3, e per i bambini, detti Gen 4. Vi fanno alone due movimenti più ampi, Giovani per un mondo nuovo e Ragazzi per l´unità.

E poi ci sono i rami ecclesiastici: vescovi, preti, religiosi e religiose, studenti di seminario. Il ramo vescovi, ufficializzato nel 1996, ne conta 780.

I focolarini hanno un´editrice, Città Nuova, presente in 27 paesi; un periodico dello stesso titolo con 38 edizioni in 22 lingue compreso l´arabo e il cinese; un bimestrale di cultura, "Nuova Umanità". Ma la pubblicazione che davvero orienta il movimento è un semplice foglietto mensile scritto da Chiara Lubich, "Parola di Vita". Tradotto in 80 lingue, è diffuso in 3.400.000 copie. Ma grazie a radio e tv amiche raggiunge, calcolano, 13 milioni di persone di tutto il mondo.

Ciarlieri nel dare numeri sulla loro crescita, i focolarini sono più elusivi nel dar conto delle defezioni. «Tra ingressi e abbandoni il rapporto è di 5 a 1», dice Guglielmo Boselli, direttore di "Città Nuova". Ma a contare i focolarini in senso stretto, non si direbbe proprio. Se oggi sono 5.823, nel 1987 erano 6.345. In dieci anni sono andati sotto di 522. Cresceranno i simpatizzanti, ma tra quelli alla stanga sono in tanti a mollare.


Quelli del Genrosso


Genrosso, il complesso rock dei focolarini, ha festeggiato i suoi trent´anni lo scorso 18 gennaio con un concerto gremitissimo al Palaeur di Roma. E per la prima volta ha messo in vendita al grande pubblico un suo Cd, distribuito dalla Emi.

Musica, danze, parole di Genrosso sono una festa perenne di bontà, di cielo sereno, di ottimismo senza brividi. Fin troppo. «Ma siamo fatti così», dice Mite Balduzzi, cantante e autore di testi, colonna del gruppo. «E il pubblico ci ama così». Non solo in Italia, ma in mezzo mondo, dove Genrosso ha già fatto più di 100 tournée, da Buenos Aires a Hong Kong.

Negli anni Settanta li scambiavano per quelli di "Viva la gente". Negli anni Ottanta hanno tentato la rock opera. Ora danno solo concerti. Le loro canzoni parlano tanto d´amore. Ma mai dell´amore a due, tra uomo e donna. I Genrosso sono casti, hanno i voti. Vogliono bene a tutta l´umanità.

Tradotto da Gordon Urquhart

POSTSCRIPTUM

Mentre lavoravo sulle Armate del Papa negli anni novanta, facevo tanta ricerca in Italia.  Insieme a contatto con i movimenti stessi, facevo interviste con molti teologi di rilievo e figure importanti nella Chiesa (la maggioranza di quelli che criticavano i movimenti hanno scelto l'anonimato, dato l'entusiasmo colossale che Papa Giovanni Paolo II mostrava per questi gruppi in espansione pazzesca).   Mi sono messo in contatto anche con vaticanologhi conosciuti di vari pubblicazioni italiane importanti, chiedendo di trovarmi con loro per fare un dialogo sui movimenti.  La risposta da quasi tutti - compresi i piu importanti e venerati scrittori in questo campo è stata "No", con la giustifaczione: "Come osa tentare di spremere il mio cervello su questo argomento, autorità suprema che sono".  Quello che non capirono è che stavo usando come base della mia ricerca i nove anni che avevo trascorso nel Movimento dei Focolari, molti dei quali come focolarino a tempo pieno con importanti responsabilità come quella di leader dei Gen nel Regno Unito e di editore dell'edizione inglese di Città Nuova.  L'unico di questi esperti che ha accettato di incontrarmi è stato Sandro Magister de L'Espresso.  Abbiamo avuto una conversazione affascinante e - come dovrebbero fare i bravi giornalisti - credo di avere ragione nel dire che entrambi ne abbiamo beneficiato e abbiamo ampliato le nostre conoscenze. Sandro Magister aveva una visione affascinante di certi aspetti dei nuovi movimenti che mi ha aperto nuove strade di ricerca.  Avevamo anche un senso dell'umorismo in comune e abbiamo trascorso gran parte della nostra discussione ridendo delle varie assurdità e qualità surreali dei movimenti.  Questo meraviglioso senso dell'umorismo è evidente in questo articolo sul Movimento dei Focolari, molto azzecato e lungimirante, che considero un classico.   Mi chiedo spesso cosa abbiano provato i giornalisti - che proteggevano le loro conoscenze gelosamente come uno scolaretto nasconde il suo lavoro con il braccio perché nessuno possa copiare - quando hanno letto le ampie rivelazioni che sono state presentate al grande pubblico - e alla Chiesa - per la prima volta nell'edizione italiana del libro.  

Gordon Urquhart




Sandro Magister, notable Vaticanologist of L'Espresso magazine, on the Focolare Movement - a classic article from the Nineties that is more relevant than ever

The irresistible rise of the focolarini. 

The other half of the Church

Thousands of followers. Hundreds of bishops. Miniature towns all over the world. Here is an X-ray of the largest Catholic movement. The only one, thanks to Pope John Paul II, entrusted to a woman

by Sandro Magister

https://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/7071.html

[From "L´espresso" n. 26 of 3 July 1997].

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Their official name, Opus Mariae, recalls the mythical Opus Dei. But they are better known as focolarini. They were founded and are governed by a woman, Chiara Lubich, a 77 year-old (like Karol Wojtyla) born in Trent and living in Rocca di Papa. God is also female, as Albino Luciani, the smiling pope, once said, and Chiara Lubich must think so too. She obtained permission from John Paul II for the focolarini to always have a woman as their head. This is a unique privilege for a movement whose adherents include thousands of priests and monks. And hundreds of bishops.

The focolarini are a great phenomenon in the Church today. According to the latest figures, they have surpassed all other Catholic movements born in this century [20th century]. What is more, they have succeeded in establishing an immaculate and radiant image of themselves - a perpetual rainbow. Until today. Because today there is a risk that the enchantment will be shattered. A book by one of their former leaders, the Englishman Gordon Urquhart, published in Italy by Ponte alle Grazie with the title The Pope's Armada, paints for the first time a much less exalted portrait of the focolarini. And he claims much more truthful.

There is in fact one thing that the focolarini do not like: sowing any doubt about their inspired certainties. Starting with the stories about their origins. Theirs is not history, it is sacred representation. Here is Chiara Lubich at the age of 19, a schoolteacher, a socialist father and a communist brother. She went on a pilgrimage to Loreto and had her first illumination. She saw the holy house of Nazareth and dreamt of herself at the head of a procession of virgins like Mary and St Joseph. Then, here she was in 1943, in Trent, leaving the house to go shopping. On the way, however, she bumped into God who called her to be entirely his. "I raised my eyes to heaven and answered: 'yes'." The following year, in a cellar during bombing raids, Chiara "united" with her first companions, the same ones who are still around her today and seem to be a reprint of her in everything: in speech, in movement, in dress, in hairdos. "We said we were ready to die for each other". Then came the birth of the first focolares, nuclei of women devoted to chastity and - at a fair distance - also focolares for men. And then the first married focolarino, the then Christian Democrat deputy Igino Giordani, father of Brando, the future RAI boss. And the summer retreats in the Dolomites, in the Primiero valley, in Tonadico. It was there in 1949 that Chiara Lubich had her heavenly visions. For several days, after her morning communion, she "entered paradise".

What Chiara Lubich saw in her "Paradise of 1949" was not for everyone. For the general public only a few rare hints. And a few crumbs even for novice focolarini. Revelations can only be accessed by climbing the internal hierarchy. "As in Gnosticism, where the mysteries are reserved for initiates", Urquhart comments. He, who in the 1970s was one of the leaders of the focolarini in England, learned that in her visions Chiara Lubich had witnessed God's "plans" for the future of herself, of the movement and of some of its individual members. For example, Pasquale Foresi, son of another Christian Democrat member of parliament, was told that he had to become a priest, the first focolarino priest. He obeyed. And Don Foresi, who was not lacking in talent, quickly rose to number two in the movement. Indeed, as "co-founder". Almost to the point of obscuring the star of the foundress. Instead, he was eclipsed by the 1960s. Mysteriously. Today, the most prominent theologian of the focolarini is Don Piero Coda. But he is not a Foresi 2. Valuable as a theologian, and perhaps for this very reason, Fr Coda has never counted in the real hierarchies of the movement.

There was friction between the focolarini and intellectuals, especially those with a critical intellect. At the beginning the watchword was: "Put the books in the attic". Then there was a slight change of direction. Their publishing company, Città Nuova, began to print important collections of classics of ancient Christian literature, including a monumental critical edition of the entire works of St. Augustine. All in the name of the idea: "We are the first Christians of the 20th century". But then very little of these treasures of wisdom enters the training programmes of followers. Instead, the dozens of small volumes by Chiara Lubich are all the rage. She does not shine as a writer, nor as a theologian, despite a recent honorary degree from Manila. But she has on her side 'having experienced God' and 'having Jesus forsaken as her spouse'.

Everything revolves around the experience of the foundress, her autobiography, which is known to have been written by 'the hand of heaven' and therefore cannot be contradicted. For those who come across it and are "electrified" by it (in the words of a distinguished focolarino, the bishop of Aachen, Klaus Hemmerle) there is no way out. Enough of sophistry. Come and see. Behold the Kingdom of God. With "Jesus in the midst".

To go and see this Kingdom of God here on earth, head for Loppiano. Take the Autostrada del Sole, exit at Incisa Valdarno, Tuscany.  A few kilometres in the direction of Chianti and you're there. "Loppiano is a fairy town, a drop of paradise which has slipped through the clouds onto the earth", Silvana Veronesi, one of Chiara Lubich's first companions, assures us. Every Sunday, hundreds of visitors converge there. Take an all-day stroll through manicured meadows and vineyards, farmhouses and villas, artisan workshops and cellars. Plus mass, lunch and two sessions of musical numbers, films and testimonies. And leave in a blissful trance.

"Our uniform is a smile". That's right. They play, sing and dance for you in colourful and joyful performances. In a blaze of unity between different races. Only the sexes are separate.  The focolarini despatch two music bands to the sports halls of half the world: Gen Verde (women only), and Gen Rosso (men only). They have been doing the rounds for exactly thirty years. The first molotov cocktail of 1968 had not yet been thrown, but Chiara Lubich had already sniffed out the zeitgeist. She launched the young people of her movement in the "rainbow revolution".  Never mind Vietnam, Che Guevara, and Mao. Were they waving the little red book in China? The focolarini youth were brandishing their little yellow book. Emblazoned with the foundress' maxims.

Today, the Focolare Show travels via satellite. The great meetings of the focolarini, Genfest and Familyfest, must be global. Chiara Lubich preaches "humility and reticence; never show off", but in reality the media are number one in the Opus Mariae ratings. Their record so far is for the Familyfest held on 5 June 1993 at the Palaeur in Rome: 13 satellites, 200 television stations, 150 countries covered, 5 continents, 686 million spectators.

John Paul II, who knows all about television charisma, is full of enthusiasm for them. The World Youth Days which he launched to take place every two years - the last ones in Denver and Manila and the next one in Paris in August - are like the Genfests of the focolarini, who in fact attend them en masse. But it is above all the "feminine genius" of Chiara Lubich that this pope likes so much. If he is St Peter, Chiara is Our Lady. Because both elements are needed in the Church: the "Petrine" and the "Marian". And the focolarini, of whom Lubich is the quintessence, are Mary's "presence on earth and almost a continuation of it".  A bold thesis. But John Paul II even allowed it to be written into the statutes of Opus Mariae.

The Movement's Lenten period is over - when the Holy Office looked askance at these strange people, half-communist and half-Protestant, with a woman at the head, who was moreover a visionary. Today, everyone in the Church loves the focolarini and they all open their doors to them: cardinals, bishops and country priests.

The focolarini with vows are obliged to divest themselves of their wealth. They live a common life and do not keep a single penny of what they earn. Married people must also give up their "surplus". But fear not. "The more you give, the more will be given to you." Give everything, get more! The community takes, the community gives, at the discretion of its leaders and, way up on high, of the foundress. From the purchase of a book to a holiday, everything in everyone's life is endorsed and paid for by the community. And - for those who deserve it - even most generously: Chiara Lubich's elegant and varied wardrobe, bearing the brand name "The Lilies of the Field", does not exactly resemble the ascetic garb of Mother Teresa of Calcutta. The world of the focolarini wants to be a generous foretaste of "the new earth and new heavens", where everything is good, abundant and above all well-ordered. Their citadels (after Loppiano they have created another 20, on every continent) want to be little Edens before original sin. "To show what the world will be like once it is transformed by the Ideal of Chiara".  'Soft'  millenarianism.

The Jesuits of the 17th century also built their cities of the sun in Paraguay. And it was in the same continent, Brazil to be precise, that in 1991 Chiara Lubich had another one of her breakthroughs. She launched "a new economic model". New compared to those of "the old man", this one is both collectivist and liberalist. She calls it the "economy of communion": one third of the profits go to the company, one third to the poor, one third to Opus Mariae. Many of her followers have taken her at her word: 750 small companies of focolarini have already devoted themselves to this "economy of giving", all over the world, including Italy. With precise timing, Chiara Lubich also wants to launch her devotees into the emerging and virtuous areas of non-profit projects, environmental investment, ethical banks and charities. The ways of the "Ideal" are infinite. How can we resist the enchatment?


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Interview with Chiara Lubich

In January, in Thailand, Chiara Lubich spoke to 800 Buddhist monks and their Grand Master Ajahn Thong. In May she was the first white woman to preach at the mosque of Malcolm X and the Black Muslims in Harlem. It is possible to become a focolarino even if you are Buddhist or Muslim. The foundress confirms: "We have 30,000 non-Christians".

But didn't the missionaries once go off to convert and baptise the pagans?

"This was classic evangelisation. But today it is the hour of dialogue. We bear witness to our Christian life and this is enough for others to be impressed.

Do you not encounter suspicion or mistrust?

"No, never. Only admiration. A Thai Buddhist monk to whom we gave the name Luce Ardente (Burning Light) stayed in our little town of Loppiano, near Florence. At night he would put his shoes outside his room and, without asking anything, in the morning he would find them polished. Why are you doing this? Because we love you, we answered. He was moved."

That's how it always is with you: a happy world. Too good to be true...

"Our joy comes from loving pain. To love another person you have to empty yourself completely. If the other also makes this renunciation of himself, this triggers unity. And to those who make unity, Jesus promised the fullness of joy."

But is it possible that yours are all fairy tales with a happy ending, with you as the fairy godmother?

"The reality that the story of the Focolare Movement is wonderful is simply the truth.

And those who leave? They must have reasons for their criticisms?

"Those who leave us do so because they did not want to die: they did not want to deny themselves and take up the cross. Or because they are psychologically unfit for the life of the movement. Or because they have been overwhelmed by temptation.

Even the Vatican, at the beginning, looked at you with a critical eye.

"In fact, they put us under study for years. But I remember that, one after the other, each of their inspectors always went away moved, won over by what they had seen."

And today you even have the branch of the focolarini bishops. Who are the Italian members?

"Ennio Antonelli, the secretary of the Episcopal Conference. And then the bishop of Pompei, Francesco Saverio Toppi; the bishop of Nocera Inferiore, Gioacchino Illiano; the coadjutor of Aquila, Giuseppe Molinari."

And among the cardinals?

"Miloslav Vlk, archbishop of Prague and president of the Conference of the Churches of Europe, Paul Poupard, Paul Augustin Mayer, Franciszek Macharski".

Like the Pope, you go on tour. Where will you make your next trip?

"In Argentina and Brazil. I met Brazilian President Fernando Cardoso and his wife when they were in Italy. They are so enthusiastic about our achievements there that they are going to give me the Cruzeiros du Sol, Brazil's highest honour".

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Successful numbers

Their numbers are a paean to success. From 69,000 ten years ago, their numbers have now jumped to 109,000, in 198 countries. These are the militant focolarini. But there are also adherents and sympathisers, who number 2,218,000.

The mainstay are the focolares, nuclei of common life made up of women only or men only, with a vow of chastity. Married couples can also be members: he can join a male focolare, she a female one. Today there are 5,823 focolarini in the world, distributed in 385 women's focolares and 283 men's focolares.

In Italy there are 51 women's focolares and 49 men's. There are 1,547 focolares in Italy. Among the Italian members of parliament, Lucia Fronza Crepaz of the Popular Party and Giuseppe Gambale of the Network are focolarini. Liliana Cosi, the star ballerina, is a focolarina with a vow of chastity.

But besides the trunk, the tree has its branches. The first is that of the volunteers, who differ from the focolarini in that they do not live together but live intheir own homes. The volunteers in turn animate a wider movement, called New Humanity. The same applies to the focolarine families. A wider movement called New Families radiates from them.

Then there is the youth branch, Gen, the new generation. Boys and girls have separate activities. The same is true for those under 17, called Gen 3, and for children, called Gen 4. There are also two broader movements, Youth for a New World and Youth for Unity.

Then there are the ecclesiastical branches: bishops, priests, men and women religious, seminary students. The bishops' branch, made official in 1996, has 780 members.

The focolarini have a publishing house, Città Nuova, present in 27 countries; a periodical of the same title with 38 editions in 22 languages, including Arabic and Chinese; a bi-monthly cultural magazine, "Nuova Umanità". But the publication that really guides the movement is a simple monthly leaflet written by Chiara Lubich, "Parola di Vita" (Word of Life). Translated into 80 languages, it has a circulation of 3,400,000 copies. But thanks to radio and TV friends it reaches, they calculate, 13 million people all over the world.

Chattetrboxes when it comes to discussing numbers relating to the spread of the movement, the focolarini are more elusive in accounting for defections. Guglielmo Boselli, editor of "Città Nuova", says: "The ratio between joining and leaving is 5 to 1." But if you count the focolarini in the strict sense of the word, you wouldn't think so. If today there are 5,823, in 1987 there were 6,345. In ten years they have gone down by 522. The number of sympathisers may be growing, but among those on the barricades many have thrown in the towel.

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Gen Rosso

Gen Rosso, the Focolare rock band, celebrated its thirtieth anniversary last 18th January with a packed concert at the Palaeur in Rome. And for the first time one of their CDs, distributed by EMI, was avaiable for sale to the general public.

Gen Rosso's music, dances and words are an everlasting feast of goodness, of clear skies, of carefree optimism. Too much so. "But that's the way we are," says Mite Balduzzi, singer and songwriter, and a stalwart of the group. "And the public loves us like that." Not only in Italy, but halfway around the world, where Gen Rosso has already launched over 100 tours, from Buenos Aires to Hong Kong.

In the seventies people mistook them for "Up with People" [the band of the Moral Rearmament group, with which Glenn Close was a singer in her youth]. In the eighties they tried rock opera. Now they only give concerts. Their songs are all about love. But never about love between two people, between a man and a woman. Gen Rosso are chaste, they have vows. They love all mankind.

Translation by Gordon Urquhart

POSTSCRIPT

When I was working on The Pope's Armada in the early 1990s, much of the research work was carried out in Italy.  As well as contact with the new movements themselves, I interviewed many leading theologians and Church figures (many of those critical of the movements were forced to remain anonymous given the tremendous enthusiasm Pope John Paul II had for these booming groups).  I also contacted leading Vaticanologists on various major Italian publications, asking if I could meet with them to discuss the movements.  To a man - and these included some very well-known and revered writers in this field - the answer was 'No', with the response, 'How dare you attempt to pick my brains on this subject, supreme authority that I am.'  What they didn't realise was that I was using as the basis of my research the nine years I had spent in the Focolare Movement, many of them as a fulltime focolarino with important responsibilities such as Gen leader in the UK and editor of the UK edition of New City (Citta Nuova).  The only one of these experts who agreed to meet me was Sandro Magister of L'Espresso.  We had a fascinating conversation and - as good journalists should - I believe I am right in saying that we both benefitted and expanded our knowledge. Sandro Magister had a fascinating insight into aspects of the new movements which opened up new avenues of research for me.  We also had a sense of humour in common and spent much of our discussion laughing at the vaious absurdities and surreal qualities of the movements.  This marvellous sense of humour is evident in this article on the Focolare Movement, which I consider to be a classic.  I often wonder what the journalsists - who protected their knowledge jealously like a schoolkid hides his work with his arm so that no one can copy - felt when they read the extensive revelations which were presented to the general public - and to the Church - for the first time in the Italian edition of the book.